Opere con fondi Ue, Ance pessimista

PALERMO – L’Europa fa e disfa. Nei giorni scorsi le voci di un possibile blocco europeo dei finanziamenti statali per le infrastrutture regionali da parte dell’Ue ha fatto da contraltare alle parole di Raffaele Fitto, ministro per i rapporti con le Regioni, che ieri ha ringraziato il commissario europeo Hahn per la “grande attenzione” riservata all’Italia. Intanto l’Ance Sicilia (Associazione nazionale costruttori edili), che è stata la prima a denunciare il possibile stop ai finanziamenti statali, ha lanciato l’allarme sul rischio blocco per le grandi infrastrutture siciliane.
Un deficit rispetto al Nord che forse difficilmente sarà colmato adesso che sono a rischio gli investimenti statali per la rete infrastrutturale. Secondo l’Ance, la realizzazione di tutte le nuove grandi infrastrutture in Sicilia e nel Mezzogiorno d’Italia sarebbe in bilico a causa della nuova interpretazione normativa, da parte della Direzione generale Competitività dell’Unione europea, che considera i relativi finanziamenti come “aiuti di Stato” e come tali da valutare secondo una lunga e rischiosa procedura.
 
Questo cambiamento di rotta giunge dopo che le infrastrutture nelle Regioni dell’area “Obiettivo 1”, che, appunto, comprende anche la Sicilia, erano sempre state ritenute dal’Ue come una precondizione di sviluppo. A sottolineare la preoccupante situazione è stato Salvo Ferlito, presidente regionale dell’Ance Sicilia, che ha chiesto il sostegno dei presidenti Ance delle Regioni del Sud Italia e del presidente nazionale dell’Ance, Paolo Buzzetti, sull’Unione europea al fine di bloccare immediatamente questo “gravissimo precedente – spiega Ferlito – che rischia di fare arenare tutti i progetti in fase di istruttoria da parte delle altre competenti Direzioni generali dell’Ue, come l’interporto e le opere per l’area industriale di Termini Imerese e la Catania-Ragusa. Esiste persino il pericolo che si debbano restituire i finanziamenti per gli aeroporti di Comiso, Fontanarossa e Punta Raisi”.
Qualora questa strategia venisse confermata si tratterebbe del colpo di grazia che condurrebbe al collasso anche il tessuto produttivo isolano. La questione si è manifestata in occasione dell’esame del progetto del porto hub di Augusta, inserito nella programmazione strategica dei trasporti europei in quanto si integrerà con la rete portuale e ferroviaria a servizio del corridoio Helsinki-Palermo. La scheda progettuale dell’opera, cofinanziata da ministero delle Infrastrutture, Autorità portuale di Augusta e Pon trasporti per 116 milioni di euro, era già stata esaminata dalle Direzioni generali Regioni e Trasporti dell’Ue, ma quella della Competitività, per la prima volta nella storia dell’Unione, ha assimilato il finanziamento pubblico di una infrastruttura per la mobilità ad un “aiuto di Stato” e, pertanto, come tale intende valutarlo. L’Ue, in compenso, riceve i complimenti del ministro Fitto per i suoi finanziamenti.
Durante la presentazione del Piano d’Azione, che contiene risorse e impegni per le Regioni del Mezzogiorno d’Italia, ha spiegato che, grazie al lavoro congiunto di Regioni, Stato ed Europa, “al 31 dicembre non un euro di queste risorse sarà perso dall’Italia”. Gli interventi saranno su quattro settori: istruzione, occupazione, banda larga, reti e trasporti.