Fiera del Mediterraneo estinta

PALERMO – C’era una volta un Ente Fiera del Mediterraneo che non faceva più le fiere, con 39 dipendenti incolpevoli, ma occupati e inutilizzati. Solo un’altra contraddizione nella terra dove situazioni imbarazzanti di questo genere sono spesso la norma. Nei giorni scorsi la commissione Attività produttive ha approvato il Ddl sulla Fiera del Mediterraneo che la pone in liquidazione definitiva, mentre il personale in servizio alle dipendenze verrà trasferito nell’area transitoria ad esaurimento della Resais Spa.
L’ultima esposizione nel lontano 2009. I locali restano chiusi anche per la storica campionaria e così dal 2010 l’Ente fiere si era rassegnato a perdere lo status di fiera internazionale. Il paradosso di un Ente costituito per organizzare una fiera, e rimasto in piedi nonostante fiere non se ne facciano più da tre anni, ha prodotto un passivo di oltre 9 milioni di euro da versare per Inps e previdenza e circa 8 milioni di euro di debiti con i privati. La liquidazione era necessaria, anche per salvare le apparenza di una realtà evidentemente assurda in un periodo in cui si impongono tagli agli Enti inutili.
Secondo quanto prevede il Disegno di legge, spiega il deputato regionale e presidente della commissione, Salvino Caputo, “l’ente Fiera del Mediterraneo è posto in liquidazione definitiva e il personale in servizio alle dipendenze dell’Ente verrà trasferito nella area transitoria ad esaurimento della Resais spa”. “Dopo un iter risalente a diversi anni fa – aggiunge Salvino Caputo, tra i firmatari del disegno di legge – mettiamo la parola fine e garantiamo una sistemazione definitiva ai lavoratori che in questo momento sono divisi in condizioni di totale incertezza tra assessorato Attività Produttive e Fiera del Mediterraneo”.
In questo storico dramma della Fiera non mancano le responsabilità additate al Comune di Palermo. Le ha sottolineate Pino Apprendi, vicepresidente della Commissione. “La Fiera del Mediterraneo – ha spiegato il deputato – è stata chiusa dal sindaco Cammarata in complicità con alcuni commissari che si sono alternati e che hanno aggravato, ulteriormente la disastrosa situazione economica. Al personale fino ad ora era stato garantito lo stipendio, ma non era stato messo nella condizione di lavorare. Con questa legge, senza ulteriore spesa aggiuntiva, il personale presterà il proprio lavoro”.
Soddisfazione espressa anche da Marco Venturi, assessore regionale alle Attività produttive. “Abbiamo avuto molti incontri – ha spiegato Venturi – per decidere le sorti della Fiera del Mediterraneo, oramai in liquidazione per i debiti milionari, ma un punto è sempre stato chiaro: scindere il destino della Fiera da quello dei lavoratori, incolpevoli rispetto alle gestioni dissennate degli ultimi 20 anni”. Venturi non c’entra, ma i suoi predecessori non hanno certamente brillato per qualità di controllo delle gestioni.
L’assessore ha tenuto a ribadire di aver condiviso pienamente il contenuto del disegno di legge, parlando di “un barlume di luce per i lavoratori della Fiera del Mediterraneo”. Adesso si aspetta il passaggio in aula per chiudere finalmente una vicenda da considerare come un ennesimo capitolo di cattiva gestione della cosa pubblica, condito, in questo caso, anche dalla palese violazione del buon senso.