PALERMO – Lunedi prossimo si prevedono guai per i cittadini che usano i mezzi pubblici. Cinque sigle sindacali hanno infatti indetto uno sciopero del personale Amat, in segno di vigorosa protesta di fronte a quelle che i rappresentanti dei lavoratori definiscono come impegni non rispettati da parte dell’azienda di trasporti.
Nello specifico il riferimento è al piano industriale “che non c’è” e che dovrebbe garantire il futuro all’Azienda e la serenità ai 1794 lavoratori con le proprie famiglie, la mancanza di personale, la necessità di rinnovare il parco mezzi con un centinaio di vetture in più, le irregolarità nella gestione dei dipendenti, le difficoltà economiche dell’Amat che mettono a rischio continuamente le retribuzioni ma soprattutto i posti di lavoro e la sopravvivenza dell’Azienda. Queste alcune delle motivazioni che hanno portato i sindacati dei trasporti Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl e Orsa, a indire lo sciopero per lunedi prossimo, dalle 9,30 alle 13,30.
“Delle 72 vetture nuove annunciate – spiegano i sindacati – ne sono arrivate appena 25, quando sarebbero necessari circa un centinaio di nuovi mezzi, ogni giorno poi escono dall’autoparco appena 250 autobus che sono assolutamente insufficienti per garantire il servizio ai cittadini, che spesso soprattutto nelle periferie restano a piedi”. I sindacati lamentano “un comportamento da barricate portato avanti dal Cda dell’Azienda che non intende ascoltare le richieste come quella più volte ribadita di legalità nella gestione del personale che viene sottratto dalle proprie mansioni per essere impiegato in altro modo”. E denunciano “la continua e palese riduzione dei personale preposto alla guida dei bus che riduce il numero dei mezzi in strada e la percorrenza chilometrica, elemento sulla base del quale l’Azienda ottiene il contributo regionale che così tende a diminuire”.
L’allarme non è nuovo, era emerso già nelle scorse settimane. Dichiaravano lo stato di agitazione, i lavoratori di Amat, già all’inizio del mese di novembre, con Mimmo Perrone della Fit Cisl che sosteneva già allora: “La dirigenza continua a non dare risposte sui temi posti dai sindacati e l’azienda è in forte crisi a scapito del servizio fornito ai cittadini e del futuro dei lavoratori”. I punti critici dell’azienda di via Rodi erano i medesimi: difficoltà economiche, con ritardi nel pagamento degli stipendi), mancanza di personale con pesanti episodi di aggressioni agli autisti in servizio, inefficienza del parco rotabile, ancora non rinnovato.
Sui problemi evidenziati, nessuna replica ufficiale giunge da parte dell’azienda, anche se dall’Ufficio stampa ci tengono a ricordare che “l’azienda è partecipata al cento per cento dal Comune e che quindi è contro il Comune che bisognerebbe protestare. Se l’amministrazione non trasferisce le somme necessarie, c’è poco da fare. Gli stipendi ci sono, dicembre è regolarmente in pagamento. Infine, il problema del personale ridotto è presto spiegato: l’azienda, per disposizione del Comune, non può assumere, mentre i dipendenti continuano ad andare in pensione e quelli che restano non sono certo sufficienti”.