Crisi, in Sicilia una moderata fiducia

PALERMO – Viva l’ottimismo, non c’è che dire. Sembra proprio che all’imprenditore siciliano non sia rimasto altro che questo.
Ancora oggi, nonostante la realtà durissima e le proiezioni statistiche che sono tutt’altro che incoraggianti, il titolare di attività in Sicilia continua a sperare in un domani diverso. Anzi, si dice convinto che qualcosa cambierà. Motivo per cui niente drammi e andare avanti con la schiena dritta.
Almeno dal punto di vista morale l’imprenditore dell’Isola pare non abbia confronti con nessuno. Lo attestano anche gli studi di ricerca di Isae, ente pubblico di ricerca non governativo legato al Ministero del Tesoro, Obi ed Srm che hanno potuto far emergere che l’impresa siciliana comincia a credere di poter uscire dalla crisi. è ancora un segnale molto timido ma che comunque va apprezzato.
È quanto sostengono proprio i ricercatori dei tre istituti che hanno realizzato il report sul clima di fiducia nelle varie regioni meridionali. E la Sicilia, nel secondo semestre 2009 è passata da 65,3 del primo trimestre a 73,9 del secondo trimestre. Analogo trend anche per il Mezzogiorno nel suo complesso passato da 56,9 a 73,9.
Dopo aver toccato il fondo, sembra di capire che sia iniziata la risalita nelle aspettative delle imprese e delle famiglie. La crescita del clima economico è intensa nelle regioni del Nord e nel Mezzogiorno, risultando invece più moderata al Centro.
Nel settore industriale, il recupero è diffuso in modo omogeneo sul territorio: in presenza di una sostanziale stabilità degli ordini e di una ulteriore riduzione dei livelli produttivi correnti le imprese sembrano essere riusciti ad adeguare ai nuovi livelli della domanda le proprie scorte di magazzino, tornate in prossimità dei livelli considerati normali. Nelle regioni meridionali, inoltre, la fiducia delle imprese operanti nel settore dei servizi registra un forte rimbalzo positivo, grazie al miglioramento non solo delle aspettative ma anche dei giudizi sul livello corrente della domanda.
Nella ripartizione meridionale, la risalita della fiducia delle imprese di costruzione è invece sostanzialmente in linea con quanto riscontrato nella media nazionale.
 Guardando ai dati regionali, il recupero del clima economico registrato nel complesso delle realtà meridionali rispecchia un andamento piuttosto omogeneo nelle diverse realtà locali: un miglioramento più sostenuto della media si riscontra in Abruzzo, Molise ed in Campania, mentre i dati provenienti da Sicilia, Calabria e Puglia sono sostanzialmente in linea con la media della ripartizione; in Basilicata l’aumento della fiducia è invece inferiore a quello medio delle regioni meridionali.
Quindi nell’Isola la fiducia non manca nelle imprese. Un dato certamente positivo che, come dicono gli economisti, non porta a nessun rallentamento della produzione che invece, in questo momento, sarebbe drammatico. A questo punto l’impresa aspetta solo che davvero i tempi migliorino: chissà fino a quando questo clima di fiducia riuscirà realmente a resistere.
 

 
Nel dettaglio settoriale, le imprese manifatturiere sono nettamente più fiduciose rispetto allo scorso trimestre in Sicilia, Campania, Molise, Abruzzo, Basilicata e Calabria; l’indicatore è sostanzialmente stabile in Sardegna, e scende invece leggermente in Puglia. La ripresa della fiducia delle imprese manifatturiere in  Sicilia è determinata soprattutto dal forte recupero delle attese di produzione (da -3 a +16), nonché da miglioramento del giudizio espresso dagli imprenditori sull’andamento degli ordinativi (che nel secondo trimestre 2009 passano da -37 a -35 in termini di saldo). Tornano però ad accumularsi notevolmente le scorte di magazzino (il saldo varia da 5 a 17). Continua il miglioramento del clima di fiducia dei consumatori siciliani nel secondo trimestre 2009: l’indice si assesta a 101,5 (contro 98 rilavato tra gennaio e marzo 2009), valore prossimo al dato medio degli ultimi cinque anni. In linea con tale andamento, migliorano le aspettative sulla disoccupazione, che nel trimestre precedente avevano raggiunto il punto di massimo storico dal 1996, con il saldo risulta in calo di ben 19 punti, da 102 ad 83. (mg)