Catania, processo sui bilanci dal 2006 al 2008

CATANIA – L’acquisizione della sentenza della Corte di Cassazione che accoglie la ricusazione del Gup che ha disposto il rinvio a giudizio presentata dagli avvocati Carmelo Galati e Giovanni Rizzuti per il loro assistito, Vincenzo Emanuele, ha caratterizzato l’udienza davanti al giudice monocratico del Tribunale di Catania del processo a tre ex amministratori e di sei dirigenti del Comune di Catania nell’ambito di un’inchiesta sui bilanci preventivi dell’Ente dal 2006 al 2008.
Il presidente Roberto Passalacqua si è riservato di decidere nella prossima udienza, fissata per il 22 dicembre. Al centro della ricusazione un presunto giudizio già espresso nel decreto di rigetto di incidente probatorio per una perizia contabile. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, che riguarda una perizia, e il Tribunale dovrà decidere se al Gip dovrà tornare la posizione dell’imputato che ha presentato l’istanza o l’intero procedimento.
Tra gli imputati c’era l’ex sindaco Umberto Scapagnini, morto il 2 aprile del 2013, la cui posizione è stata chiusa. Gli altri sono gli ex ragionieri generali Vincenzo Castorina e Francesco Bruno, gli ex assessori al Bilancio Francesco Caruso e Gaetano Tafuri, l’ex commissario Vincenzo Emanuele, e quattro dirigenti del Comune: Mario D’Antoni e Carmelo Pricoco (Entrate), Santo Cimellaro (Condono edilizio) e Luigi Asero (Urbanistica).
Secondo l’accusa, a vario titolo, nei bilanci di previsione dell’Ente avrebbero garantito falsamente gli equilibri di bilancio attraverso piani di rientro che non si sono avverati. Nel 2006 sarebbero stati garantiti da 125 milioni di euro che, contrariamente alle previsioni, non sono stati incassati. Un esempio delle voci citate dall’inchiesta, nei bilanci dei tre anni, è quella del condono edilizio: la previsione nel 2006 era di 8 milioni di euro, l’incasso reale è stato di 1,7 milioni; nel 2007 sono entrati 2,2 milioni a fronti dei previsti 50 milioni; nel 2008 previsti 40 milioni, incassati 2,5.