PALERMO – Hanno incassato solidarietà e improperi, dividendo di netto l’opinione pubblica siciliana. Ieri primo dei cinque giorni di protesta del movimento “Forza d’Urto” che vede la partecipazione degli autotrasportatori dell’Aias, del “Movimento dei Forconi”, degli imprenditori del settore agricolo, dei pescatori e di diverse altre categorie, con il fermo quasi totale dell’autotrasporto da e per l’Isola. L’aumento del costo del carburante, la mancanza di regolamentazione dei pagamenti della committenza, il cartello imposto dalle compagnie assicurative e una rete infrastrutturale inadeguata sono le ragioni della protesta, alla base anche della nascita del Movimento ‘Forza d’urto’.
“Noi stiamo soffrendo di più rispetto al resto d’Italia – spiega il presidente dell’Aias Giuseppe Richichi – perché siamo periferici. Abbiamo più volte chiesto l’intervento dello Stato in maniera da non allontanarci ulteriormente dall’Europa, ma non siamo stati ascoltati. Il nostro è uno sciopero spontaneo che non vuole produrre un eccessivo caos e che ci auguriamo vedrà l’adesione di tutti i siciliani. Ma e’ necessario perché ormai siamo con le spalle al muro. Non ci saranno le situazioni che si sono venute a creare nel 2000. Noi non vogliamo danneggiare nessuno. Ci fermiamo solo per il bene della Sicilia”. “Siamo stanchi – aggiunge il leader del Movimento dei Forconi, Mariano Ferro – perché questa terra potrebbe essere ricca e invece continuiamo tutti a soffrire. Abbiamo chiesto al governo, a tutti i governi, di ascoltarci: nulla. Adesso speriamo che con questa protesta abbiano un pizzico di attenzione nei nostri confronti”.
I manifestanti presidiano il porto di Palermo ed hanno parcheggiato i loro mezzi lungo via Francesco Crispi, causando un rallentamento della circolazione. Presidi anche ai caselli autostradali della Palermo-Messina e della Messina-Catania.
Lungo l’autostrada Siracusa-Catania gli autotrasportatori hanno bloccato gli svincoli di Avola e Lentini. Altro blocco sulla statale 115, all’altezza dello svincolo per Rosolini. In tutte queste zone le auto transitano, ma molto lentamente. Nonostante pioggia e freddo in gran parte della Sicilia, i manifestanti, infatti, presidiano le strade per convincere eventuali colleghi “crumiri” ad unirsi alla loro protesta.
Allo sciopero, secondo quanto rendono noto i promotori, hanno aderito anche gli autotrasportatori calabresi che hanno istituito dei presidi da Catanzaro a Reggio Calabria, lungo l’autostrada A1 e nell’area degli imbarchi dei traghetti a Villa San Giovanni.
Sono stati costituiti decine di presidi nei punti nodali della rete stradale e infrastrutturale della Sicilia allo scopo, spiegano gli organizzatori della manifestazione che si concluderà alla mezzanotte di venerdì, “di invitare tutti i siciliani ad aderire alla protesta recandosi nei vari presidi che saranno istituti su tutto il territorio dell’isola. Si tratta infatti di una manifestazione popolare non saranno accettati bandiere e simboli di partiti politici o di sindacati”.
Gi organizzatori garantiscono “che sarà una manifestazione civile, ordinata, corretta. Nella quale ogni elemento di disturbo o che non sia in sintonia con le ferree regole di buon comportamento e di civile azione saranno isolati e respinti dal servizio d’ordine del Movimento costituito tutto da ‘padri di famiglia’ che rifuggono qualsiasi tipo di intemperanza e, ancor più, di violenza. Gli uomini del servizio d’ordine saranno muniti di un distintivo facilmente identificabile e si muoveranno in strettissimo coordinamento con le forze dell’ordine”. Circostanza che ieri è avvenuta.