La Sicilia affonda nelle discariche

PALERMO – Le cifre fanno impressione: oltre un decennio quasi ininterrotto di emergenza rifiuti, riforme bloccate a tutti i livelli, differenziata ai minimi nazionali e meno di un lustro di tolleranza delle discariche isolane con l’attuale ritmo di conferimento. Visti questi dati la Campania – due giorni fa il ministro Corrado Clini e il commissario Ambiente dell’Ue Janez Potocnik hanno stabilito di risolvere l’emergenza napoletana improrogabilmente entro giugno – sta decisamente meglio dell’Isola, che resiste solo in virtù di un meccanismo che favorisce il conferimento indifferenziato in discarica. Un affare da circa duecento milioni di euro (i costi di smaltimento variano da 59 a 159 euro a tonnellata) all’anno con una sola certezza: non potrà durare per sempre. Intanto proprio ieri la Corte dei conti ha bocciato la passata gestione del sistema dei rifiuti in Sicilia, definita dissennata e caratterizzata da illegalità. Considera invece lodevole la riforma introdotta con la legge 9/2010, anche se si tratta di una riforma solo teorica, visto che passati quasi due anni è ancora tutto fermo.
La Campania è vicina, si potrebbe dire adattando il titolo di un vecchio film di Marco Bellocchio allo stato dell’arte dei rifiuti in Sicilia. Anzi, sta pure meglio. (continua)