Messina – La classe politica locale tergiversa e l’Atm continua a colare a picco

MESSINA – Nei giorni scorsi vi abbiamo dato notizia delle 49 condanne inflitte dal Tribunale di Messina a sindacalisti e dipendenti Atm per l’interruzione non autorizzata di servizio del 6 novembre 2008. La Giustizia ha fatto il suo corso e gli eccessi sono stati puniti con il dovuto zelo. Ma non si possono ignorare le condizioni in cui versa ormai da anni l’Atm. Una situazione causata dalla classe politica che, allora come oggi, ha affossato e continua ad affossare l’Azienda trasporti municipalizzata causando grossi disagi alla città e ai cittadini.
La situazione dei lavoratori dell’Atm, in questo contesto, è a dir poco difficile. Oggi sono ancora in attesa dello stipendio di dicembre e della tredicesima e da Palermo le notizie in arrivo per il 2012 non sono certo confortanti: totale blocco dei finanziamenti fino a quando il Comune da una parte non comunicherà l’esito dell’attività ispettiva sul caso dei “chilometraggi gonfiati”, e dall’altra non avvierà l’iter per la trasformazione in Spa dell’azienda. Il clima, insomma, è rovente, e le minacce di scioperi e azioni di protesta da parte di dipendenti e sindacati sono all’ordine del giorno, proprio come in quell’autunno del 2008.
E cosa fa l’amministrazione in questo clima? Palleggia per settimane in Consiglio comunale una delibera sulla riorganizzazione dei servizi che non convince nessuno, rinviandone di settimana in settimana l’approvazione e, di fatto, aumentando irresponsabilmente il clima di tensione e lasciando la città intera senza un servizio degno di questo nome.
Queste le posizioni in campo. Per i sindacati (tutti tranne la Cisl) la delibera si dovrebbe semplicemente bocciare e riscrivere. Così anche per l’opposizione. L’Udc, invece, propone emendamenti che il Pdl non vuole in alcun modo accettare, e che sostanzialmente prevedono una rimodulazione dei tempi dello scioglimento dell’Atm e della costituzione della nuova Spa. Ed è proprio questo braccio di ferro tra le due ali della maggioranza, da mesi ai ferri corti su tutto (vedi il battibecco Buzzanca-D’Alia sul doppio incarico), a bloccare i lavori d’aula. Mentre in città la tensione sale.
 


Tornati in libertà i dirigenti Atm riprendono il possesso dell’azienda
MESSINA – C’è la casta politica e ci sono le caste professionali che protestano contro le liberalizzazioni. Poi, però, ci sono anche le mini-caste, come quelle dei dirigenti pubblici, e tra queste a Messina possiamo certamente citare quella dei dirigenti Atm, protagonisti del caso dei “chilometraggi gonfiati” a danno della Regione siciliana per il quale la Procura di Messina aveva ordinato 22 avvisi di garanzia e 5 arresti ai domiciliari.
Nelle scorse settimane, però, il Tribunale del riesame ha rimesso in libertà 4 dei 5 arrestati, tra cui il direttore generale Conte, e ha deciso per il divieto di dimora a Messina nei confronti dell’ultimo, il responsabile Ufficio Ced paghe Giuseppe Lampi. E cosa si sono inventati questi ultimi due una volta tornati in servizio? Conte ha nominato Lampi responsabile del procedimento per l’osservanza della privacy e la pubblicazione on-line degli atti aziendali. Forse per farlo lavorare anche dal proprio pc di casa in attesa che la Magistratura si pronunci sui loro presunti reati.