Condannati all’autotrasporto

PALERMO – La settimana di manifestazioni, che ha bloccato l’Isola producendo un danno per circa mezzo miliardo di euro, ha ribadito una verità: le merci isolane dipendono quasi esclusivamente dal gommato. I prodotti siciliani, principalmente di natura deperibile, viaggiano sui tir, perché il sistema logistico regionale non permette altre soluzioni, marginalizzando la Sicilia sui mercati nazionali ed europei. Altrove approvano Tav e alta velocità, Malta diventa il porto hub leader del Mediterraneo, e intanto l’Isola resta tagliata fuori da tutto, anche dai grandi progetti previsti nel Ten, il Trans European Transport Network.
Il tracollo assoluto. La programmazione europea procede a ritmo serrato per il settore dei trasporti – previsto un piano da 1600 miliardi per attrezzare l’intera Europa (50 verranno dal bilancio dell’Unione, il resto dovrebbe giungere attraverso dei project bond finanziati dai privati) – ma verrà data priorità a quelle realtà dove già esiste un sistema infrastrutturale di base dotato. Insomma le linee guide tracciate dall’Ue per confezionare lo sviluppo infrastrutturale, correlato ai dieci corridoi che collegheranno gli estremi cardinali dell’Unione, tagliano con l’accetta la Sicilia che avrebbe necessità di ricominciare quasi da zero. In questi mesi si è anche consumata, dopo mezzo miliardo investito in progetti e altre operazioni preparatorie, l’epopea del Ponte dello Stretto, abbandonato prima da Bruxelles, che non l’ha considerato essenziale all’interno del corridoio 1 Berlino-Palermo, e poi anche da Monti, che senza utilizzare il volgare “archiviato” ha accontentato Lombardo, nell’incontro delle scorse settimane, utilizzando un più elegante “sospeso”. (continua)