Formazione “vecchia” e piano di prepensionamento inattuato

PALERMO – Prepensionamenti e fuoriuscita del personale più anziano: per il momento questa manovra nel settore della Formazione professionale in Sicilia resta lettera morta.
Eppure più di un anno fa era stato varato un protocollo d’intesa tra l’assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale e la direzione siciliana dell’Inps per l’attuazione dell’obiettivo della quiescenza del personale più anziano del settore e l’accompagnamento alla fuoriuscita di quello più anziano d’età, in ossequio anche alla normativa vigente relative alle leggi regionale 25 del 1993, 24 del 2000 e 4 del 2003.
“Questo accordo, che fa seguito a fiumi di riunioni e tavoli sindacali in cui si è chiesto da parte dell’assessorato regionale competente alle organizzazioni di categoria responsabilità e collaborazione per il bene dei lavoratori, dice in una nota l’Unione Lavoratori Liberi della Formazione professionale – è stato controfirmato in data 21 gennaio 2011. Oggi, trascorso più di un anno, tutti gli obiettivi in esso definiti non sono stati raggiunti. La Commissione d’inchiesta parlamentare sulla Formazione Professionale perché non ha rilevato questi vizi di programmazione e queste disfunzioni amministrative? Perché non ha richiesto di dare seguito alla deliberazione di giunta numero 350 del 4 ottobre 2010 in merito al blocco delle assunzioni e alla garanzia occupazionale del personale in esubero rispetto al Prof 2011, dovuto, anche, ai tagli agli enti di formazione cosiddetti “storici”?
Perché non ha preteso notizie in merito al progetto richiesto, anche, dal parlamento regionale in più ordini del giorno nel 2009 e nel 2010, denominato “Futuro Semplice”, che è stato archiviato incomprensibilmente con decreto di giunta numero 1035/2011 disperdendo somme importanti dell’Fse, cioè circa 50 milioni di euro nel triennio, e che avrebbe dato occupazione per tre anni, rinnovabili per altrettanto tempo, a circa 550 lavoratori del sistema della formazione professionale riqualificati nel 2008 ed in esubero rispetto al Prof 2011?"
Interrogativi ai quali chiede risposta il sindacato di categoria. Sempre secondo l’Unione Lavoratori Liberi questo stato di incertezza “sta creando un clima in cui si incriminano ogni giorno i lavoratori, mentre alcuni parlamentari regionali attaccano duramente il sistema della Formazione professionale e gli enti di formazione storici tacciono, forse per paura”.
 


L’approfondimento. 630 dipendenti hanno i requisiti per il prepensionamento
 
In realtà il governo regionale sta lavorando proprio sul fronte dei prepensionamenti sul fronte della formazione professionale con l’obiettivo di ammortizzare gli esuberi. Il piano è dell’assessore alla Formazione Mario Centorrino e rientra nell’ambito della riforma della formazione professionale che ha avuto il via libera dal presidente della Regione Raffaele Lombardo. Sfoltire gli organici e rinnovare i corsi per alleggerire la spesa, sono le parole d’ordine: “Avanti con la riforma – ha confermato ancora in questi giorni Lombardo – per arrivare a una formazione essenziale e di qualità. Puntare sui prepensionamenti è molto importante perché le risorse umane in questo settore sono sproporzionate rispetto alle esigenze. Questa è la posizione dell’intero governo”.
In assessorato sono arrivati un paio di giorni fa i primi dati dell’Inps, secondo cui 630 dipendenti hanno i requisiti (età compresa fra i 60 e 65 anni e almeno 30 anni di lavoro alle spalle) per andare in prepensionamento.