Green economy, in Sicilia potenziale inespresso

ROMA – C’è un modo per uscire dalla crisi. Lo suggerirà alle imprese Corrado Clini, ministro dell’Ambiente, che oggi incontrerà a Roma le associazioni nel corso dell’incontro “La green economy per affrontare la crisi italiana”. Un sistema che altrove, vedi Germania determina una fetta importante dell’economia nazionale, e che in Italia sta lentamente trovando un’adeguata sponsorizzazione da parte del governo, nonostante complessivamente permanga in un atteggiamento schizofrenico dove esalta le rinnovabili e allo stesso tempo tempo promuove la produzione di idrocarburi sul territorio nazionale. Non che le due cose si debbano escludere necessariamente, o che l’una possa annullare l’altra, ma non di certo non è possibile puntare tutto e contemporaneamente su due settori così distanti in termini ambientali, ma anche ideologici, di impatto sull’ambiente.
L’incontro, promosso dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, sarà coordinato dal presidente, Edo Ronchi e potrebbe anche dirimere alcuni di questi nodi. Organizzazioni e aziende della green economy italiana si soffermeranno con il ministro Clini sul loro “Manifesto per un futuro sostenibile per l’Italia”, sette punti per “affrontare la crisi economica e sociale insieme a quella ecologica, riqualificando il nostro sviluppo nella direzione di una green economy”.
Insomma, lo sviluppo passerà dal sostegno allo sviluppo della raccolta differenziata nel sud alla promozione dei prodotti ricavati dal riciclo dei rifiuti, dalla gestione dei Raee (i rifiuti degli apparecchi elettrici ed elettronici) alla luce della nuova direttiva europea all’incentivazione dell’idroelettrico e dell’eolico, dalla regolazione dei servizi ambientali locali alla diffusione della mobilità elettrica.
La Sicilia, secondo l’ultimo dossier di Fondazione Impresa, pur potendo contare su un potenziale di grande impatto, presenta già dei buoni valori negli indicatori sull’agricoltura biologica, (147 operatori ogni 100 mila abitanti) e tra le prime tre regioni italiane per superficie agricola destinata al biologico. In crescita anche la performance nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non idriche, tra le prime dieci con 316 KWh per abitante. Da migliorare decisamente i dati sulla produzione di energia elettrica da fonti idriche, sulla raccolta differenziata, ancora al di sotto del 10%, e sullo smaltimento dei rifiuti in discarica, dove raggiunge quasi il 90% del totale.