La differenziata in Sicilia è inchiodata al 6%

PALERMO – Ai siciliani proprio non va giù l’idea di separare i rifiuti. L’Isola è ancora una volta maglia nera nella classifica dall’Istat sulla base degli indicatori urbani del 2010. In tema di rifiuti differenziati, si parla di un’Italia a tre velocità: da una parte, infatti, c’è un Nord-Est che supera il tetto del 47% dei rifiuti differenziati, seguito dal Centro-Sud che si attesta al 20%, dall’altra parte ci sono le Isole con il 15%, vero e proprio fanalino di coda. Così se la media nazionale dice che l’Italia differenzia il 31,7% della sua immondizia, facendo registrare un confortante 1,4% in più rispetto all’ultima rilevazione, il dato del Mezzogiorno segna la differenza con il 76% dei rifiuti prodotti che finiscono in discarica.
La  Sicilia,  negli ultimi 13 anni è riuscita a raggiungere 6 punti di crescita del tasso di raccolta differenziata. Sempre secondo i dati Istat tra chi non raggiunge il 10% di raccolta differenziata ci sono 11 capoluoghi di provincia, di cui ben sei siciliani (Enna, Siracusa, Messina, Catania, Palermo ed Agrigento). In Sicilia, in particolare, la quantità di rifiuti conferita in discarica resta a livelli alti (88,9%).
“In Sicilia – spiega all’AdnKronos Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia – la raccolta differenziata si attesta intorno al 6%, non facendo registrare negli anni alcun miglioramento. Non potrebbe essere diversamente a causa di una dichiarazione di emergenza, voluta dal Governo Berlusconi, che blocca il piano pronto da un anno e mezzo".
Intanto, il Comitato di Coordinamento Anci-Conai, riunito a Firenze, ha deliberato importanti modifiche relative alla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica. Lo fa sapere Anci spiegando che  si è deciso di comprendere, a partire dal primo maggio di quest’anno, i piatti ed i bicchieri di plastica fra i prodotti che è possibile inserire nella raccolta differenziata degli imballaggi in plastica e conferire quindi al Consorzio Corepla per il successivo avvio a riciclo.
è stato poi deciso di posticipare al primo luglio l’introduzione delle nuove fasce di qualità, previste dall’Accordo Quadro in essere, e di applicarle con maggiore gradualità, garantendo in questo modo ai Comuni ed alle aziende che effettuano la raccolta più tempo per migliorare le loro prestazioni. Entro un mese saranno perfezionate le integrazioni agli allegati tecnici, che ufficializzeranno le nuove fasce di qualità.
Sul podio, le province virtuose di Pordenone Novara e Verbania. Nella prima provincia, la raccolta differenziata è pari al 76,7% mentre a Novara arriva al 73 per cento e a Verbania al 71,7 . Bene anche le regioni come Emilia Romagna e Toscana dove la media della raccolta differenziata è in genere del 40 per cento. Scendono a picco i numeri in Sicilia e nelle sue province. Soltanto un 3,8 per cento a Siracusa mentre Ragusa registra la migliore performance delle province siciliane con un 15,9 seguita da Agrigento (15,2). A Catania, dove proprio in questi giorni è partita una massiccia compagna di informazione e pubblicitaria per sensibilizzare i cittadini alla pratica della raccolta differenziata la percentuale è soltanto del 6,8 per cento.
 
Male anche a Palermo dove la percentuale è del 4,4 e a Messina (5,5). Intanto cumuli di immondizia giacciono sepolti nelle strade siciliane mentre i cittadini si ostinano a non pagare la Tarsu perché lamentano un servizio di raccolta scarso se non assente. Il cane che si morde la coda, mentre sarebbe opportuno iniziare da un semplice gesto quotidiano che diventa abitudine civile.