Tecnologia ed esportazione la ricetta anticrisi di Joeplast

CASTELTERMINI (AG) – Immaginate un polacco che va in giro con uno shopper made in Sicily. O una ditta tedesca che usa imballaggi arrivati dritti dritti dalla Trinacria. Succede grazie a Joeplast, impresa con sede a Casteltermini, nell’agrigentino.
Joeplast è una delle 432 aziende locali con un fatturato superiore ai 15 milioni di euro, un simbolo della “Sicilia che produce”, come ha titolato qualche settimana fa il QdS. Non solo: fa parte anche di quel 6% di S.p.A. siciliane che si raccoglie nella provincia di Agrigento (peggio fanno solo Caltanissetta e Enna).  
Sono passati ormai più di trent’anni da quando Giuseppe Messina l’ha fondata e le ha dato il suo nome (è lui il Joe di Joeplast). Eppure la sua ditta, che produce anche shopper ma è specializzata nella fabbricazione di imballaggi, non accenna a invecchiare. Cresce, semmai: +36% nel 2011, per un totale di 20 milioni di euro di fatturato. Il doppio di quello realizzato nel 2004, quando riusciva a raggiungere “solo” quota 10 milioni.
Niente male per un’industria nata come diversificazione rispetto al settore delle costruzioni, da cui è partito il business dei Messina. Un business che non si arresta neanche in tempi di crisi nera come questi.
Come è stato possibile centrare un simile obiettivo?
“Quello che abbiamo fatto è aprire e ampliare i mercati esteri, in cui i volumi sono più importanti e soprattutto i pagamenti più celeri, il che ci consente di avere dei flussi finanziari idonei alla nostra attività”. Così Sergio Messina, con cui da qualche anno papà Giuseppe condivide la gestione dell’azienda di famiglia.
“Abbiamo anche continuato a investire in tecnologia per aumentare i livelli di produttività, quindi abbattere un po’ i costi di produzione e il costo del lavoro”. Le cifre investite non hanno bisogno di essere commentate: 6 milioni di euro in appena due anni.
A questo si aggiunge l’innovazione del prodotto che, in casa Joeplast, passa attraverso la scommessa sull’“economia verde”, così la chiama Messina. Gli imballaggi marca Joeplast sono realizzati in Mater-Bi, uno speciale materiale biodegradabile e compostabile, lo stesso che si usa per gli shopper. “Il Mater-Bi, che noi lavoriamo da cinque o sei anni, l’anno scorso ci ha consentito di fare volumi importanti di fatturato proprio in un ambito che ha trend di crescita molto elevati”, ci spiega il direttore generale.
Innovazione, tecnologia ed esportazione: ecco, in tre parole, la ricetta Joeplast per non cadere vittima della crisi. Metterla in pratica richiederà un costante aggiornamento dei dipendenti. “La nostra è una formazione fatta con personale anziano, ma solo professionalmente, perché in media sono tutti abbastanza giovani”, precisa Messina, che aggiunge: “Poi abbiamo un progetto formativo interno, e per questo non supportato da agevolazioni particolari, in cui vengono molto spesso invitati gli Uffici Sviluppo dei nostri fornitori di impianti o di materiali di consumo e si organizzano delle giornate di lavoro con il personale proprio per approfondire delle tematiche o farlo crescere da un punto di vista teorico-pratico”.
E quando aumentano le consegne, si sa, occorre un aiuto. Nell’impresa Messina dal 2004 a oggi ci sono state dodici assunzioni, per un totale di ottanta posti.
Due di questi compongono l’ufficio che cura i rapporti commerciali con l’estero, che significa in particolare i Paesi dell’Europa centrale come Germania e Polonia. Niente male, per un’impresa che ha aperto con una squadra di sole cinque persone.
 

 
L’organico è al completo ma non mancano opportunità di tirocinio
 
“Il 2012 non è un anno particolarmente brillante, il nostro organico lo consideriamo completo. Stiamo provando a lavorare per ampliare il mercato e il nostro fatturato. Noi preferiamo pensare a nuove assunzioni piuttosto che a riduzioni di personale, però ad oggi non c’è niente di concreto”. Queste le parole usate da Sergio Messina per illustrare le prospettive di crescita per l’anno in corso dell’impresa che dirige. Certo, questa ha chiuso il 2011 a dir poco in attivo, in piena controtendenza rispetto a buona parte della piccola e media industria protagonista del made in Italy. Eppure, anche per una ditta in salute come la Joeplast, il momento non è dei migliori per pensare ad allargare il team. Per i giovani desiderosi di entrare nel settore della fabbricazione di imballaggi, comunque, rimane la possibilità di effettuare un periodo di tirocinio in azienda. Sono ormai venticinque anni che esiste una stretta collaborazione con l’Università di Palermo, specie con la Facoltà di Ingegneria, dove c’è un Dipartimento, quello di Ingegneria chimica dei processi e dei materiali, che dirige la sua attività di ricerca proprio in direzione dei polimeri, la materia prima della produzione firmata Joeplast.