Post Fiat, il polo auto torna in discussione

TERMINI IMERESE (PA) – Godot sembra avvicinarsi e invece si allontana ogni giorno che passa. C’è dell’assurdo nell’attesa dei futuri padroni di Termini Imerese, che, ad oltre un anno di distanza dalla decisione di Fiat di lasciare il polo automobilistico, resta ancora nel limbo delle decisioni possibili. L’azienda di Massimo Di Risio, che non sembra aver convinto nessuno tra politici, banche, operai e sindacati, della sua solidità, resta ancora l’unica alternativa possibile per rilanciare l’automotive nell’area. Un vero “successo” per Invitalia, l’advisor del ministero dello Sviluppo economico, dopo trattative e operazioni di approfondimento finanziario durate mesi.
Ci saranno state almeno una decina di date campali per il futuro di Termini Imerese. In sostanza ci siamo abituati. L’ennesima giornata decisiva è stata convocata per lunedì prossimo quando in un caldissimo tavolo di confronto, convocato dal ministero dello sviluppo economico, si affronteranno Fiom, Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici, Fismic, Invitalia, Dr, rappresentanti del ministero del Lavoro e Regione siciliana.
Per Di Risio Termini sembra diventare un miraggio di salvezza. Insomma sarà Termini a salvare la Dr e non viceversa? Gli analisti dicono che l’imprenditore di Macchia d’Isernia vuole accelerare le procedure per un nuovo contratto di sviluppo così da poter avviare la fase di riconversione. Un’operazione che Di Risio spera di condurre in porto parallelamente all’ingresso nella newco, con quote di minoranza, di un’altra società. A febbraio lo stesso Di Risio aveva dichiarato: “C’è qualcuno interessato a bloccare l’operazione”, ma “assicuro che la newco che opererà sarà fortemente capitalizzata con 20 milioni di euro liquidi, 80 mln di patrimonio e oltre 100 mln di finanziamenti bancari”. Rumor dicono che ci sarebbero interessati fondi di private equity nazionali ed inglesi, ma sono solo voci. Intanto il ministero promette sorveglianza sul futuro del polo, almeno così ha assicurato Corrado Passera, ministro al ramo, in vista dell’incontro di aprile. Il punto è assai semplice: la presenza di Dr resta in forse perché sono ben manifeste le difficoltà di Di Risio a stringere accordi con le banche.
Il messaggio di Passera è chiaro in quanto il governo agisce sulla base di “un intervento di reindustrializzazione” che “mira proprio a sostenere iniziative che sostengano e assorbano il deficit occupazionale creato da crisi produttive manifestatasi nell’area nel corso degli ultimi anni”. Il riferimento corre alle altre quattro imprese dell’area.
Come dimenticare i golosi incentivi promessi per l’area. Su Termini pioveranno, infatti, i contributi regionali, un’azione che tanti dubbi ha destato nell’attività di mediazione tra impresa e territorio condotta dalla Regione. E non si tratta di noccioline. Al momento la Regione siciliana, secondo quanto dichiarato dal governatore Lombardo qualche mese fa, ha promesso circa 350 milioni di euro, tra cui 150 milioni che serviranno per realizzare fondamentali opere infrastrutturali. Ma potrebbe andare pure peggio.
Nei giorni scorsi Savino Caputo ha denunciato addirittura il tentativo della Regione di entrare direttamente in società con Massimo Di Risio e la sua Dr Motor.