CATANIA – “In un momento di incertezza del sistema bancario, i risultati che abbiamo raggiunto sono ottimi. Da questi si potrà partire per il riposizionamento della Crias sul mercato”. È soddisfatto Rosario Alescio, presidente uscente della Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane di Catania, durante la conferenza stampa convocata per tracciare un bilancio degli ultimi quattro anni di gestione.
I dati del quadriennio che va dal 1° gennaio 2008 al 5 aprile 2012 sono in controtendenza rispetto a ciò che ci si potrebbe aspettare in un periodo di recessione generale: sono stati finanziati infatti investimenti per quasi 570 milioni di euro a oltre 20 mila imprese nel territorio etneo. Inoltre, sta per essere pubblicata la graduatoria sul bando dedicato al turismo: 500 aziende aspettano finanziamenti per 700 milioni di euro. I progetti presentati dalle imprese turistiche hanno tutti una regolare concessione edilizia e sono immediatamente cantierabili.
Altro punto di forza sottolineato dal presidente uscente è l’erogazione di più dell’80 per cento dei fondi a valere sulla sottomisura 4.02.b Por Sicilia 2000-2006 e l’incremento del 50 per cento (rispetto al periodo 2004-2008) dei finanziamenti di scorte.
“Il riconoscimento più prestigioso – prosegue Alescio -, in termini di rinnovata credibilità dell’Ente, è stata l’attribuzione alla Crias di una dotazione finanziaria di 15 milioni di euro dedicata agli autotrasportatori: in un momento di grande tensione sociale sul nostro territorio, che come è noto ha paralizzato l’intera attività produttiva della Sicilia, le istituzioni regionali hanno individuato il nostro Ente come lo strumento politico, economico e sociale idoneo a calmare la tensione del movimento di protesta”.
E non solo: home banking, riduzione del costo di accesso al credito, presenza di nuovi sportelli in altre province siciliane sono solo alcune delle novità introdotte nell’ultimo quadriennio.
Il bilancio è in chiaroscuro solo nei rapporti con la Regione, “ma non con la politica, che ci ha dato sempre fiducia”, precisa Alescio. Il problema infatti risiede nella mancanza di interlocutori tra i funzionari. “Sono disponibili, ma cambiano continuamente e, in questo modo, non è facile mantenere un dialogo serio e duraturo nel tempo con referenti che dovrebbero lavorare in sinergia per attirare fondi dello Stato, visto che le casse locali piangono”.
“Credo ci sia la necessità – conclude Alescio – di dare evidenza alle competenze: solo così potremo spendere interamente i fondi europei che ci vengono assegnati”.