CATANIA – La mensa Centro dell’Università degli studi di Catania, meglio conosciuta come l’omonima via in cui si trova, Oberdan, è stata chiusa. “A seguito del sopralluogo effettuato dal dirigente dell’ufficio tecnico dell’Ersu di Catania, ing. Sciuto e dai dirigenti tecnici della Protezione Civile, arch. Lizzio ed ing. Castorina, è emerso un notevole ammaloramento delle strutture portanti dell’edificio” leggiamo sul comunicato ufficiale, in bella vista sulla home page del sito internet dell’Ente regionale per il diritto allo studio universitario di Catania.
Il problema è lungo e annoso e di non facile risoluzione. Già a seguito del terremoto dell’Aquila di due anni fa la struttura era stata controllata e definita pericolante nella zona mensa. Sono stati fatti degli interventi per ripristinare alcuni pilastri e quindi evitare il collasso della struttura stessa. A questo punto la mensa aveva riaperto, seppur soltanto per la distribuzione e solo in piccola parte. Adesso, ulteriori sopralluoghi hanno fatto decidere per la chiusura definitiva. Almeno fino a quando non verranno fatti i lavori necessari per rendere l’edificio agibile e sicuro per gli studenti e quanti sono soliti frequentarlo.
Il servizio è sospeso da giorno 10, in pratica non è stata riaperta dopo le festività pasquali, perché proprio i primi giorni del mese di aprile i tecnici hanno dato parere negativo per la riapertura. “Stiamo monitorando tutte le nostre strutture che purtroppo sono molto vecchie e necessitano di interventi importanti e in una città tanto soggetta a scosse telluriche come la nostra, non possiamo fare finta di niente” afferma Giuseppe Pignataro, responsabile delle mense e delle residenze dell’Ersu della città etnea.
La situazione, dunque è difficile e nessuno vuole prendersi la responsabilità di mettere tanto in pericolo la vita di molte persone. Gli studenti giustamente lamentano un mancato servizio, le mense come le residenze non solo non sono sufficienti ma vengono sempre più ridotte. L’unica mensa a disposizione è quella della cittadella universitaria, decisamente fuori mano per gli studenti del polo umanistico che si trovano per lo più in centro città. Ma il rischio, però, è davvero alto.
“Non possiamo rischiare la vita dei nostri ragazzi, non sarebbe accettabile. Al di là della responsabilità penale, non ci dormiremmo la notte” continua Pignataro. Una soluzione comunque si sta cercando. È stata chiesta l’autorizzazione all’Asp per utilizzare la sala studio per la distribuzione e si è in attesa di risposta. Intanto è stato pubblicato un avviso per una gara a trattativa privata per affittare un immobile in centro. Sarà utile fino a quando le residenze non saranno ripristinate e rivalutate strutturalmente. Una procedura veloce che in soli cinque giorni ha avuto 6 proposte diverse. “Valuteremo in fretta perché tale situazione è davvero difficile” conclude Pignataro.