Aleggia lo spettro delle elezioni anticipate

PALERMO – Elezioni anticipate ad ottobre e una nuova coalizione guidata da Mpa. Questo è quanto è emerso dal discorso di ieri in Aula di Raffaele Lombardo. “Se dovessimo essere alla vigilia di un verdetto, per esempio fra 15 giorni, quella sarà la data delle mie dimissioni. Sennò varrà una scelta politica precisa, le cui motivazioni dal mio punto di vista e degli alleati con i quali ho avviato questo tratto di attività di governo, in quel caso anticiperemo le elezioni per evitare la coincidenza con le elezioni politiche”. L’occasione è stata la seduta dedicata in mattinata interamente a Raffaele Lombardo,  che aveva espressamente chiesto di fare dei chiarimenti al Parlamento in merito alla sua vicenda giudiziaria.
 
“La si smetta – ha detto Lombardo – con la barbarie strumentale di invocare dimissioni e di tormentare le persone e le istituzioni non dico ancor prima di una sentenza definitiva di primo grado, ma ancor prima che abbia inizio un processo, prima che si sia deciso da parte  del giudice se debba esservi un processo”. “Prima che il verdetto raggiunga il cittadino – ha detto Lombardo – metterò al riparo la presidenza per  rispetto dei siciliani e della giunta che guido, persone integre, trasparenti, competenti e generose. Il nostro governo, a differenza di altri, non è stato mai sfiorato da un sospetto. Questo governo, dal 29 marzo del 2010, giorno in cui è arrivata la notizia dell’inchiesta giudiziaria, ha continuato a lavorare anche se in preda ad un massacro quotidiano, politico e morale”. La seduta, apertasi intorno alle 11 di ieri ha visto il Presidente relazionare i parlamentari sugli ultimi accadimenti e in seguito ha ascoltato gli interventi dei deputati di maggioranza ed opposizione. Intanto, a fine mattinata, giungeva la notizia dell’impugnativa del Commissario dello Stato sulla Finanziaria.
Una impugnativa corposa, la più consistente degli ultimi quattro anni. Ma tornando agli interventi, particolarmente attesi erano quelli dei rappresentanti del Pd, il partito alleato che ha permesso a Lombardo di portare avanti fino ad oggi la quindicesima legislatura. Il capogruppo del Pd all’Ars Antonello Cracolici ha commentato l’intervento di Lombardo  dicendo che, da quello che ha dichiarato Lombardo “i siciliani saranno chiamati a rinnovare l’Ars e ad eleggere il nuovo presidente della Regione il prossimo autunno”. “La data esatta la fisserà la giunta di governo. Per ragioni politiche  – ha proseguito  Cracolici – alla Sicilia serve un voto anticipato, sia per le ragioni che ha detto Lombardo, e cioè che la coincidenza con il voto nazionale finirebbe per schiacciare l’appuntamento siciliano sia per evitare il logoramento di una proposta politica che alla lunga, perderebbe la sua caratteristica innovatrice”. Una coalizione che comprenderebbe il Pd, le forze del centrosinistra assieme alle forze moderate dell’Mpa, di Fli e  au dell’Udc. Duro l’intervento del capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini: “Si è distorta la tesi del confronto. Quello che oggi è accaduto in Aula è una presa d’atto coatta, ed è caduta la tesi del complotto mediatico che Lombardo adombrava.
Le consultazioni elettorali a ottobre – ha proseguito Leontini –  sono figlie dell’assioma che “in politica è più importante apparire che essere” poiché, al contrario, qualcuno dovrebbe spiegarmi come mai chi fino a ieri ha  argomentato i perché della conclusione naturale della legislatura oggi recita il requiem di questo governo”. Leontini ha calcato la mano quando in Aula è giunta la  notizia della maxi impugnativa del commissario dello Stato alla finanziaria. “la Sicilia, ora, sarà liberata da questa stagione infausta e ribaltonista della politica siciliana”.
 
Lombardo nel corso del suo intervento e anche della replica dopo gli interventi ha tenuto ad elencare i provvedimenti presi dal Governo nel corso di questi quattro anni. Si è soffermato sul risanamento del bilancio della sanità e sul suo rinnovamento, sulla revisione delle partecipate “un sistema che avrebbe zavorrato la Regione – ha detto Lombardo fino a  farla affondare. Abbiamo avuto il coraggio di interrompere quella spirale che  avrebbe fatto affondare definitivamente la Sicilia”. La seduta è stata aggiornata al pomeriggio per deliberare in seguito all’impugnativa del Commissario dello stato.