TERMINI IMERESE (PA) – Per comprendere l’esatta dimensione del dramma di Termini, un modo come un altro per ricordare la terribile crisi della grande industria isolana e la conseguente assenza di riprogrammazione, è sufficiente far riferimento ai tempi: la Fiat ha abbandonato il polo palermitano alla fine del 2011, dopo averlo annunciato diversi mesi prima, e ad oggi, esattamente quattro mesi dopo, non c’è ancora certezza sul futuro di 1.800 dipendenti dell’ex gruppo torinese e di tutti gli altri dell’indotto.
Proprio ieri una mobilitazione degli ex dipendenti Fiat ha attraversato il centro di Termini. Nel mirino resta il sostanziale fallimento, ad oggi, dell’ingresso nel polo di Dr Motor, il gruppo che avrebbe dovuto sostituire la multinazionale torinese nell’automotive. Tra qualche giorno nuovo incontro al ministero dello Sviluppo economico.
Ennesima manifestazione di protesta dei sindacati alla presenza di centinaia di dipendenti della casa automobilistica torinese, in cassa integrazione da gennaio scorso dopo la chiusura dello stabilimento. Il tradimento è arrivato proprio dall’asso della short-list stilata da Invitalia, advisor del Mise, cioè quella Dr Motor salutata come panacea di tutti i mali e invece in seria crisi finanziaria e di credibilità con le banche. La notizia, diffusa recentemente da Invitalia, in merito ad altre quattro manifestazioni di interesse per Termini è la conferma della fallimentare conduzione del processo di sostituzione della Fiat gestito a Roma. Prima l’azienda molisana – commentano i sindacati – era stata giudicata idonea a fronte di numerose perplessità che, invece, e giustamente col senno di poi, erano state avanzate dai rappresentanti dei sindacati.
Tempi di riunioni che sembrano non finire mai. Stamane è previsto un incontro tecnico tra sindaco e giunta comunale davanti lo stabilimento chiuso dal 31 dicembre scorso “per avviare formalmente – ha spiegato Salvatore Burrafato, il sindaco di Termini – le procedure per il cambio della denominazione della via antistante l’ex fabbrica da viale Giovanni Agnelli a viale del 1 Maggio (festa dei lavoratori)”. Un motivo in più per dire definitivamente addio alla Fiat, che in Sicilia ha fatto cassa per molti anni, salvo poi chiudere tutto e scappare quando la situazione era diventata complicata e bisognava investire per restare.
Una festa del lavoro triste per Termini con giorni futuri che si presentano ancora più neri. Ad oggi la Cassa Integrazione, attiva da gennaio scorso, ha coperto i lavoratori dello stabilimento, ma senza un intervento in tempi brevi della Dr Motor, che avrebbe dovuto proseguire nella tradizione automobilistica assorbendo progressivamente parte dei lavoratori, c’è il rischio, come dicono i sindacati, che la “situazione precipiti”. Il punto di non ritorno è il 31 dicembre prossimo, quando, superata la fatidica data, e data la nuova riforma del lavoro, i lavoratori non potranno più godere per il secondo anno consecutivo della cassa integrazione straordinaria. Di conseguenza la Fiat avrebbe mano libera per licenziare i 1800 dipendenti. Per non parlare della drammatica situazione dei lavoratori dell’indotto, che sono senza lavoro, e senza cassa integrazione, dall’inizio di quest’anno.