Acqua, la Sicilia è ferma a Vittorio Emanuele III

PALERMO – L’appello degli uffici periferici va avanti ormai da anni. In Sicilia, lo smaltimento di una pratica per la derivazione delle acque pubbliche continua a restare un incubo per l’utenza, nonostante nuove leggi, anche regionali, impongano la sburocratizzazione e la trasparenza. Nell’Isola, i tempi per un provvedimento concessorio nel settore delle acque possono durare fino a 4 anni, più deldoppio di quanto avviene nel resto del Paese, che è, in ogni caso, in ritardo.
Il motivo? A differenza che nella maggior parte delle altre regioni la Sicilia non ha aggiornato, tramite regolamenti interni, le procedure che risalgono al Testo Unico sulle acque del 1933.
Un legge vecchia di quasi ottant’anni, in un mondo che ormai predica e necessita modalità completamente differenti di azione. Ne pagano le conseguenze proprio gli utenti e anche lotta all’evasione. (continua)