PALERMO – Tre mesi fa, a Vincenzo Guarneri, un imprenditore di Canicattì, lo Stato ha corrisposto 200.000 euro per essere stato detenuto ingiustamente, in carcere e ai domiciliari, per due anni e 40 giorni, dopo l’arresto nell’ambito di un’operazione antimafia.
A fine aprile, si è saputo che Giuseppe Gulotta ha avanzato una richiesta di risarcimento per 50 milioni. È naturale: ha passato oltre 21 anni in carcere per aver confessato l’omicidio di due carabinieri nel 1976. La confessione, però, era stata estorta sotto tortura, parola di un ex brigadiere che lo ha scagionato. E a poco vale il limite del risarcimento a 516 mila euro: Daniele Barillà, scambiato per un trafficante di droga e rimasto in carcere per anni, ne ha ricevuti 4,6 milioni perché è stato riconosciuto anche il danno esistenziale. Sono solo alcuni esempi, tra gli ultimi, di ciò che significa l’ingiusta detenzione. (
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