Coesione, Piano per il Sud da 2,3 miliardi

Roma – Anziani e bambini, giovani, sviluppo e innovazione delle imprese, attrazione culturale: sono quattro le priorità della cosiddetta fase II del Piano di azione coesione del Governo, che riprogramma per un Mezzogiorno che arranca sotto il profilo economico e sociale, fondi per 2,3 miliardi di euro destinati allo sviluppo attraverso lo spostamento di fondi sottoutilizzati o allocati su interventi inefficaci o ormai obsoleti di programmi operativi nazionali (Pon) o Programmi operativi interregionali (Poin) e quindi gestiti da amministrazioni centrali dello Stato.
Gli interventi, dunque, riguardano quattro ambiti, più due interventi definiti “minori”.
Si tratta dell’inclusione sociale (cura dell’infanzia e cura degli anziani non autosufficienti); giovani (interventi per la legalità in aree a elevata dispersione scolastica, progetti promossi dai giovani nel privato sociale, autoimpiego e imprenditorialità, apprendistato e uscita da ‘né allo studio né al lavoro’, promozione metodi applicati di studio/ricerca nelle università attraverso ricercatori italiani all’estero); promozione sviluppo e innovazione delle imprese (Promozione dell’innovazione via domanda pubblica e dell’export meridionale) e attrazione culturale (valorizzazione di 20 poli culturali ad alto potenziale di attrazione , sul modello del Grande progetto Pompei).
Previsti inoltre due interventi minori: uno per la riduzione dei tempi della giustizia civile e un altro per l’efficientamento energetico e innovazione energetica.
In particolare, la fase II del Piano stanzia 400 mln per quanto riguarda per la cura dell’infanzia. In particolare, c’e’ l’obiettivo di creare nuovi 18 mila posti nido entro il 2015, avvicinandosi così all’obiettivo finale del 12% dei bambini presi a carico, corrispondente a un fabbisogno totale di 40 mila posti.
La fase II del piano stanzia poi 900 milioni per la competitività e l’innovazione delle imprese. Lo scopo è di rifocalizzare il sostegno alla competitività e all’innovazione delle imprese nelle quattro regioni dell’obiettivo Convergenza: Sicilia, Calabria, Puglia e Campania.
In particolare, i risultati attesi sono: maggiori competitività del sistema imprese e miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini grazie alla diffusione di tecnologie e metodi che rispondano alle grandi sfide dell’innovazione sociale.
“L’Europa non deve essere percepita come solo rigore, ma come spazio di opportunità ed equità e che sostiene l’impegno per il miglioramento del paese’’, ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, presentando il Piano di azione del Governo per il Sud, ricordando che la gran parte degli stanziamenti per il piano derivano proprio da fondi dell’Unione europea.
Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha dichiarato che “dobbiamo aiutare le regioni meridionali a spendere meglio, elemento cruciale per lo sviluppo del Sud. Spesso o non sono capaci di farlo o lo fanno male”. Il ministro ha poi annunciato che nel programma per il Mezzogiorno c’è anche un “piano-Sicilia”: “Un aiuto alla Regione per un’assistenza tecnica qualificata di monitoraggio per l’introduzione di meccanismi di qualità nell’offerta formativa regionale”.
Il ministro per la Coesione Nazionale, Fabrizio Barca, ha invece messo ordine alle cifre: “Per l’operazione che riguarda le quattro regioni del Sud per l’inclusione sociale saranno disponibili 850 milioni di euro, e in un secondo momento per la crescita ci saranno 1 miliardo e 500 milioni di euro”.