Ato rifiuti Spa, l’incubo continuo

PALERMO – La stagione Ato non si può archiviare con facilità. I fatti delle ultime settimane, seppur nella loro varietà, sono figli della conservazione, cioè di quella parte di Sicilia che vuole ardentemente interrompere il cambiamento del sistema rifiuti ancora prima che arrivi. Quella stessa porzione di Isola che alla piena applicazione della Legge regionale 9/2010 e del Piano dei rifiuti (il terzo in dieci anni, dopo quelli della breve era Capodicasa e del lungo periodo di Cuffaro) si ritroverebbe senza più tasche dove mettere le mani. E di chi sarebbero le mani? Di chi le tasche? Il blocco favorisce gli attori di un sistema superato e costoso, cioè gli stessi che hanno prodotto circa un miliardo di debito (nel frattempo diminuito) ingrassando le clientele del politico di turno che ha potuto piazzare i suoi accoliti negli ingranaggi delle Ato in perfetto tandem con la malavita che ha prosperato in una gestione dei rifiuti senza differenziata (il 90% dei rifiuti indifferenziato va in discarica). (continua)