Disoccupazione femminile: Sicilia ai vertici della classifica

PALERMO – Donne siciliane emancipate, pronte al mercato del lavoro ed a misurarsi con l’universo maschile. Tempi che cambiano, sotto il profilo della mentalità, ma non certo se si considera il contesto socio-economico.
A fronte infatti di un generale mutamento culturale l’Isola si trova impreparata sul mercato del lavoro. La conferma arriva dai numeri resi noti dall’Istat e analizzati dalla Cisl Sicilia che mettono a nudo una condizione di generale arretratezza ce vede le donne ancora una volta ai margini del settore occupazionale. A dire il vero non è che l’universo maschile goda di grandi possibilità ma, mettendo a raffronto le due categorie, emerge che, seppur nel disagio generale di un territorio dall’economia fortemente provata, donne e uomini ancora oggi non hanno lo stesso trattamento.
L’Osservatorio sul mercato del lavoro e lo sviluppo locale di Cisl Sicilia, sulla base di un’elaborazione dei dati Istat, ha potuto appurare che ben 3 province siciliane si piazzano tra i primi 5 posti in Italia per numero di disoccupati donne. Prima c’è Enna, con il 22,2 di donne disoccupate, seguita da Sassari (21,5), Lecce (20,2), tallonate dalla solita Palermo che viaggia su una percentuale che si attesta al 19,8, e poi Messina.
Proprio quest’ultima provincia è quella che nell’ultimo anno ha destato maggiori preoccupazioni sotto questo profilo. Infatti tra il 2007 ed il 2008 la disoccupazione nella provincia peloritana è aumentata del 3,2 per cento, ma il dato femminile è ancora più allarmante: 4,8 per cento. E se si osservano le percentuali relative alle donne giovani comprese tra i 15 ed i 24 anni, la situazione peggiora notevolmente perché si passa dal 34,7 del 2007 al 53 per cento del 2008.
“Gli effetti della crisi economica – fanno notare all’Osservatorio influiscono soprattutto sulle fasce giovanili femminili non solo in termini di contrazione dell’occupazione, ma anche in termini di crescita macroscopica della disoccupazione e delle aspettative della vita lavorativa”.
E se si guarda al quadro complessivo, le cose non vanno meglio. Nel biennio 2007-2008 l’intera provincia messinese ha perso 8 mila posti di lavoro.
“È una crisi che pesa sostanzialmente sui giovani – spiega Tonino Genovese, segretario generale della Cisl di Messina – e che è in atto dal 2006. I settori più in crisi sono quelli dell’agricoltura e dei servizi. Settore quest’ultimo, se consideriamo la vocazione turistica del nostro territorio, che ha grandi potenzialità non sfruttate. Messina sta diventando una città di anziani, di non lavoratori. Il futuro è gravemente compromesso. Sosteniamo da più di un anno che nel nostro territorio l’industria più forte è quella dell’emigrazione dei nostri giovani. E i dati dell’Osservatorio sul mercato del lavoro e lo sviluppo sociale prodotto su Messina fotografano esattamente questa condizione”.
Un altro elemento illuminante sulla situazione di Messina e della sua provincia è l’alto numero di richieste, peraltro in continuo aumento, di cassa integrazione guadagni e di cassa integrazione straordinaria.