Le Pmi al Sud si indebitano di più contro la crisi che per investire

Palermo – “Quasi una piccola impresa su due (il 43,3%) ha incontrato difficoltà nell’accesso al credito. Al Nord le piccole imprese hanno riscontrato maggiori difficoltà rispetto al Centro e al Mezzogiorno”. Lo rivela l’indagine condotta da Fondazione Impresa.su un campione di 1.200 aziende con meno di venti addetti.
Dai risultati emerge, inoltre, che nella maggioranza dei casi (57,1%) le piccole imprese richiedono credito per superare la fase di crisi e gestire la mancanza di liquidità. Le piccole imprese, secondo i ricercatori di Fondazione Impresa, necessitano di credito per gestire le operazioni quotidiane come il pagamento dei propri dipendenti, dei fornitori, delle imposte e il fenomeno del credit crunch è preoccupante perché rischia di minare la loro sopravvivenza.
Nel Nord si registra una maggiore propensione a richiedere finanziamenti per investimenti rispetto alla media nazionale ed è singolare il caso del Nord Est dove si registra la maggior propensione al ricorso al credito per investimenti (38,7%) e, di converso, le più elevate difficoltà ad ottenere credito (48,2% contro il 43,3% della media nazionale). Questo aspetto limita le prospettive di crescita e si auspica che il fenomeno del credit crunch venga mitigato con azioni a sostegno delle piccole imprese, il vero motore dell’economia reale del Paese.
Ma vediamo ancor più nel dettaglio i dati emersi dallo studio di Fondazione Impresa: nel Nord Est le difficoltà di accesso al credito sono state maggiori (il 48,2% delle piccole imprese hanno incontrato difficoltà mentre le piccole imprese del Centro Italia hanno sofferto di meno: qui hanno avuto difficoltà 4 imprese su 10 (il 41,0%). Il principale motivo di difficoltà d’accesso al credito riguarda la richiesta di garanzie eccessive (48,9%) mentre il 27,7% delle piccole imprese ha indicato tassi di interesse troppo elevati.  La richiesta di garanzie eccessive rappresenta il principale motivo di difficoltà d’accesso al credito (48,9%), seguono i tassi di interesse troppo elevati (27,7%). Nel Nord Ovest la richiesta di garanzie eccessive da parte delle banche è indicata addirittura da quasi 6 imprese su 10 (il 58,8%); nel Mezzogiorno tale incidenza scende al 40,6% e si rafforza la tesi dei tassi di interesse troppo elevati (34,4% rispetto alla media nazionale del 27,7%). La motivazione principale per la richiesta di nuovi crediti è rappresentata dalla necessità di sostenere l’azienda nella crisi e di sopperire alla mancanza di liquidità (57,1% dei casi). Tale aspetto è particolarmente evidente nel Centro (63,3%) e nel Mezzogiorno (60,0%).
Nel Nord d’Italia, anche se la motivazione principale rimane quella del sostegno all’azienda nella crisi, emerge una maggiore propensione all’utilizzo di finanziamenti per i nuovi investimenti (rispettivamente 38,7% per il Nord Est e 37,0% per il Nord Ovest rispetto al 33,0% della media italiana).
Dall’elaborazione dei dati della Banca d’Italia emerge una conferma di quanto rilevato dall’indagine di Fondazione Impresa. A fine gennaio del 2012 il credito alle imprese si è fermato (+0,0% rispetto a gennaio 2011) e a fine febbraio ha evidenziato il segno meno (-1,1% su stesso periodo del 2011). Nel caso delle piccole imprese (<20 addetti) si registra il terzo mese consecutivo di contrazione: -2,6% a febbraio contro appena il -0,7% per le imprese con più di 20 addetti. Da giugno 2011 a febbraio 2012, il tasso di crescita dei prestiti è passato dal +4,5% al -0,7% per le imprese con almeno 20 addetti e dal +3,1% al -2,6% per le piccole imprese.
Tra febbraio del 2011 e febbraio del 2012, i prestiti alle piccole imprese (meno di 20 addetti) sono diminuiti in tutte le regioni italiane; di più in Molise (-4,4%), Sardegna (-4,0%) e Toscana (-3,7%) mentre solamente in Trentino Alto Adige e in Sicilia si registrano contrazioni più contenute e al di sotto del punto percentuale (rispettivamente -0,8% e -0,9%).