Musica

A Caltanissetta arriva Leo Gassmann: “Sicilia super ospitale, contento di tornare”

Leo Gassmann torna in Sicilia per la penultima data del tour. Il 9 settembre sarà a Caltanissetta nella cornice del Sicily Food Fest e M’Arricrìo Music Fest dopo un’estate all’insegna di concerti in giro per l’Italia. Il cantautore, quindi, è pronto a vivere ogni emozione di fine tournée con il suo pubblico tra brani che lo hanno reso protagonista al Festival di Sanremo come “Va bene così” e “Terzo Cuore” e le canzoni del recente progetto discografico “La strada per Agartha”. Raggiunto telefonicamente, Leo Gassmann è un tripudio di entusiasmo contagioso e di gioia incontenibile non solo per quello che sta vivendo, ma anche per cosa arriverà.

Il 9 settembre sarai in concerto a Caltanissetta. È l’ennesima data di questo tour in Sicilia. Qual è il tuo rapporto con l’isola?

È molto positivo. Da adulto ci sono stato due volte. Una volta ho fatto un viaggio con degli amici. Siamo andati a dormire in una collina sopra Palermo e abbiamo visitato un eremita che abita da quelle parti. È stata un’esperienza bellissima. Ultimamente siamo tornati per il tour e abbiamo conosciuto delle persone meravigliose. Se avremo tempo in questa data, passeremo a salutarle. La Sicilia è una terra super ospitale, le persone sono calde. Nei concerti in Sicilia ci siamo divertiti tantissimo e sono contento di tornare.

Il concerto a Caltanissetta coincide con la penultima data del tour. Adesso che il tour è in dirittura d’arrivo, con quali certezze continuerai a fare musica?

Con la voglia di migliorarmi ogni giorno e di creare gli spettacoli successivi in una maniera ancora più calda. È stato un tour meraviglioso dove ho potuto suonare per la prima volta i nuovi brani dell’ultimo progetto musicale. Sono felice perché è stato il primo tour vero e proprio in cui ho visto le persone cantare non solo le canzoni più famose, ma anche quelle meno conosciute. È stato anche un modo per dare un volto alle persone che si rispecchiano nelle cose che faccio. Mi ha riempito il cuore di gioia. In questo tour ho anche scritto nuovi brani e presto usciranno cose bellissime su cui ho lavorato negli ultimi mesi. Sono molto felice. Sono molto grato alla vita in questo momento della mia esistenza.

Qual è il tuo momento preferito del concerto?

Probabilmente la parte finale perché ci stanno i brani che mi diverte di più cantare. Il concerto inizia con delle canzoni veloci e poi scende con una parte introspettiva fino alla fine dove ci sono dei brani che la gente conosce anche di più. A me piace tanto andare in mezzo al pubblico, cantare con loro. La parte più bella è quando decido di scendere giù dal palco e stare insieme alle persone che fanno parte della mia famiglia perché oramai è questo che siamo. Ci sono persone che fanno i viaggi insieme, si conoscono e fanno amicizia. Ci sono genitori che viaggiano con i loro figli, magari mai fatto prima, perché legati dalla musica. Avvengono cose bellissime. Sono tanto felice di questo perché dà gioia a me e anche a chi ne fa parte.

Finisci la frase: per Leo Gassmann il palco è…

Casa! Sin da bambino sono cresciuto nei teatri. I miei genitori facevano tournée a teatro, soprattutto quando ero piccolino. Quando finiva la scuola, prendevo un treno e raggiungevo i miei genitori in tournée. Tra i momenti più belli della mia vita, ci sono i ricordi di quando mi addormentavo sul petto di papà sdraiati sul palcoscenico nell’attesa di prepararsi per lo spettacolo. Ogni volta che salgo sul palco, mi sento un po’ a casa e torno bambino. Il palco mi fa stare bene e quando ci sono sopra sono felice.

In “La strada per Agartha” ci sono tante collaborazioni nazionali e internazionali sia per i testi sia per la musica. Come hanno inciso questi incontri artistici nel tuo percorso?

Mi hanno arricchito tantissimo, soprattutto a livello umano. Sono grato per aver incontrato queste anime. Alcuni di loro li ho conosciuti in università, altri in festival internazionali come è accaduto con i Will And The People che mi hanno invitato a Londra per suonare e registrare. Riccardo Zanotti è diventato un caro amico. Matteo Costanzo è il mio miglior amico da sempre, scriviamo musica insieme e abbiamo collaborato per il disco. È stato un percorso bellissimo nel quale ho incontrato tanti Maestri come Edoardo Bennato. Sono stati tre anni di ricerca musicale e di esperienze vissute a pieno. Sono veramente onorato di vivere questo meraviglioso viaggio che è la vita.

Sei un artista molto attento a tematiche sociali. Traspare dalle esternazioni sui social e anche dalle tue canzoni. In questo senso, la musica deve avere un ruolo, quasi un compito?

La musica è fondamentale. Penso sia uno degli ultimi strumenti che abbiamo per unire le persone e per cercare di promuovere valori sani. Noi ragazzi, soprattutto negli ultimi anni, ci siamo disillusi anche nei confronti della politica che dovrebbe essere il primo organo del cambiamento. Invece abbiamo perso interesse, probabilmente perché ci sentiamo incapaci di poter cambiare le sorti di questo Paese e del mondo in generale. Ogni giorno siamo bombardati da cose che non possiamo controllare e che ci opprimono. Credo che la musica non debba essere solo una valvola di sfogo, ma anche un luogo dove potersi confrontare, conoscere, cambiare idee, sogni e paure. Penso sia importante. La musica non può essere corrotta. La musica ti arriva al cuore, ha un linguaggio universale. Me ne accorgo quando conosco persone di altre parti del mondo. Magari ceniamo o viaggiamo insieme e mi metto a cantare con la chitarra. Non capiscono la nostra lingua, ma qualcosa gli arriva, si emozionano. Questo è bellissimo perché da là nasce un dialogo. E la musica può avere questa capacità ossia di unire i popoli in un grande abbraccio e cercare di rendere il mondo un posto migliore.

A proposito di social e musica, su TikTok pubblichi video in cui canti brani di altri colleghi. Su quale base li scegli? È accaduto che qualcuno di loro ti contattasse?

Semplicemente, io suono dalla mattina alla sera. Ogni tanto mi registro al volo. Di solito non faccio una scelta per un determinato motivo. A volte capita che faccio brani di colleghi che conosco bene. Ci sono delle canzoni che reputo bellissime, che mi fanno emozionare e che avrei voluto scrivere io. A volte le pubblico per promuoverle, anche se alcune non ne hanno bisogno, però mi fa piacere l’idea di condividere e di apprezzare pubblicamente il lavoro degli altri artisti perché ce ne sono tantissimi che fanno cose meravigliose ed è giusto che vengano ringraziati. Ogni singolo aspirante cantautore e cantautrice è speciale a modo suo. Sogno un mondo dove i cantautori possano stimarsi a vicenda ogni giorno e stimolarsi per crescere insieme.

Non hai mai fatto mistero di come sia stato un peso e un generatore di aspettative avere il tuo cognome. Prima o poi si riesce a far pace con l’etichetta dell’essere “figlio o nipote di…”?

Ma sì, certo! Dipende tanto da come sei stato cresciuto e dagli incontri che hai fatto. Io non ho mai sofferto in maniera eccessiva il mio cognome. Sono sempre stato molto trasparente. Non a caso: non ho mai scelto un nome d’arte. Semplicemente, sono un ragazzo che insegue il suo sogno, vive di emozioni e fa il suo. Il mio cognome è un piacere e un onore sapere di avere il sangue dei miei genitori e della mia famiglia che hanno fatto cose immense e bellissime che non so se sarei mai capace di fare. Ma io faccio il mio. Sto crescendo piano piano. Mollica dopo mollica, direbbe il mio amico romagnolo, le cose si costruiscono. Ho sempre preferito una piccola collina costruita da me rispetto a una montagna già fatta. È bello costruirsi le cose da solo nella vita perché sarà bello vedere cosa sono riuscito a fare nel tempo che mi è stato concesso.

Ho letto in uno dei tuoi ultimi post che nei prossimi mesi ci saranno importanti novità. Puoi svelarci qualcosa?

(ndr. Ride) No, non posso! Io direi tutto subito, ma ci sono delle cose che non posso comunicare. A breve verrà svelato tutto. Io sono molto felice perché è soltanto il continuo del duro lavoro di questi anni. Non l’ho mai nascosto. Ci sono stati dei momenti difficili che ogni aspirante cantautore ha e che deve viversi per poi godersi il bello dopo. È un anno in cui la vita si è accorta dei sacrifici fatti e le cose si stanno incastrando. Non vedo l’ora di raccontare tutto e di dare il massimo.

(Credit photo: Simone Biavati)