MESSINA – Un progetto che guarda ad un futuro ormai prossimo, quando spariranno le centrali a carbone, (stop previsto entro il 2025) e l’energia da fonti rinnovabili avrà valori superiori a quel 33% attorno al quale si attesta oggi la Sicilia. Peaker è un impianto, alimentato a gas naturale, per la produzione di energia elettrica con bilanciamento della rete, sviluppato da Duferco Energia a Pace del Mela.
Un investimento di oltre 30 milioni di euro nel territorio dove l’azienda è già presente da 24 anni con le sue acciaierie, un’area con molte criticità che ha bisogno di riattivare il sistema produttivo e l’occupazione. Una scommessa per Duferco energia che avrà ricadute economiche positive sull’intera provincia, ha evidenziato Ivo Blandina, presidente della Camera di Commercio di Messina.
“Il nostro è un investimento reso necessario dai recenti sviluppi del sistema energetico nazionale – ha ribadito Antonio Gozzi, presidente di Duferco Italia Holding, nel corso della conferenza stampa -. Impianti come quello di Pace del Mela non solo saranno in grado di garantire la sicurezza della rete elettrica siciliana, evitando rischi di black-out, ma consentiranno anche il mantenimento di un’elevata percentuale di produzione da fonte rinnovabile”.
Il progetto prevede la costruzione di un impianto Ocgt (Open Cycle Gas Turbine) da circa 60 MW che produrrà energia tramite una turbina a gas aeroderivata, una tecnologia che consente il raggiungimento di un’alta efficienza produttiva a fronte di emissioni poco significative come ha spigato Emilio Castelli, tecnico che all’interno di Duferco si occupa di energie rinnovabili. Le emissioni in atmosfera derivano dalla combustione di gas metano.
I composti inquinanti generati e monitorati sono il monossido di carbonio, l’ossido di azoto e l’ammoniaca ma – ha chiarito Castelli – tutte le scelte tecnologiche sono state orientate a ottenere la massima efficienza e l’abbattimento delle emissioni, che rimangono ampiamente sotto i limiti consentiti dalla normativa. Per la natura stessa del combustibile utilizzato e la tecnologia di conversione impiegata, le polveri sono assolutamente trascurabili, così come non sono previste emissioni diffuse.
L’impianto sarà realizzato all’interno del sito industriale, alimentato per un quarto da pannelli fotovoltaici, dove sorge il laminatoio travi e profilati di Duferdofin Nucor. Questo, come spiegato da Gozzi, contribuisce a rendere praticamente nullo l’impatto sul territorio, essendo l’area di Giammoro già dotata di buona parte delle infrastrutture necessarie alla realizzazione di una centrale elettrica. L’installazione è quasi interamente fuori terra e non richiede opere di fondazione particolarmente importanti. La presenza di una connessione elettrica già installata non richiede inoltre, alcun intervento di potenziamento.
Una volta ottenute le autorizzazioni ministeriali, si può dare il via ai due anni di realizzazione. Quando entrerà in funzione, l’impianto verrà gestito in accordo alle esigenze del gestore della rete, il quale potrà richiedere l’entrata in esercizio dell’impianto in qualsiasi momento e per il numero di ore necessario a coprire gli eventuali sbilanciamenti tra domanda e offerta. Potrà essere garantita una operatività che va dalle 800 a un massimo di 1.300 ore l’anno.