BOLOGNA – Secondo un gruppo di studiosi guidato dall’Università di Bologna, la popolazione di squali bianchi che oggi vive nel Mediterraneo discenderebbe da esemplari provenienti dall’Oceano Pacifico, che passarono nell’Atlantico attraverso il canale del Centro America prima della formazione dell’Istmo di Panama, arrivando poi anche nel Mediterraneo.
Circa 3,5 milioni di anni fa la nascita dell’Istmo di Panama chiuse il canale tra Nord e Sud America, e l’Oceano Atlantico subì forti cambiamenti climatici che portarono all’estinzione di molte specie marine, tra cui probabilmente anche lo squalo bianco. L’Atlantico si sarebbe quindi ripopolato di queste specie solo in tempi recenti, probabilmente grazie a migrazioni di esemplari dal Sudafrica: da qui la differenza genetica attuale con gli squali bianchi del Mediterraneo.
C’è infine un altro aspetto, molto preoccupante, emerso dallo studio del dna dello squalo bianco del Mediterraneo: il basso tasso di variabilità genetica tra esemplari diversi. Un dato che suggerisce la presenza di una popolazione molto piccola e quindi in pericolo di estinzione.
Il professore dell’università di Bologna, Agostino Leone, a tal proposito ha confermato che “la popolazione mediterranea dello squalo bianco è in pericolo, bisogna quindi agire per salvarla: la sua scomparsa sarebbe senza dubbio molto dannosa per gli equilibri ecologici del Mediterraneo e per la già precaria situazione a livello globale di quesi predatori del mare”.