Sedici cantieri di manutenzione completati nei primi dieci mesi del 2024 per un valore di 56 milioni di euro. Circa 13 i chilometri di restringimenti ridotti, eliminati i doppi sensi per ulteriori 4 chilometri. Sono parte dei numeri condivisi da Anas a proposito dei lavori in corso per il Piano di manutenzione straordinaria dell’A19 Palermo – Catania.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
Numeri proposti per verificare anche la qualità svolta dal commissariamento del presidente della Regione, Renato Schifani, su nomina diretta del ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Come aveva confermato lo stesso numero uno della Regione nella fase di inaugurazione parziale di alcune tratte interessate dai cantieri, si tratta di un lavoro svolto con l’ausilio dei “due sub commissari dell’Anas e della Regione che stanno lavorando”.
I lavori rientrano nel progetto generale di riammodernamento, manutenzione e completamento delle autostrade siciliane voluto dal ministero e strettamente connesso con i lavori per i raddoppi ferroviari e il completamento delle reti condotto da WeBuild per conto di Rfi (22 miliardi di euro, ndr). Un investimento che però riguarda anche le autostrade siciliane per un totale stimato dal vicepremier Salvini nel corso della sua visita di Messina dello scorso 31 maggio, di 33 miliardi di euro. Cifra che rappresenta un esborso senza precedenti per l’Isola sin dal dopoguerra.
Questi, nelle intenzioni della politica, dovrebbero consentire alla Sicilia di colmare quel gap infrastrutturale che condanna la regione all’arretratezza economica e a un sottosviluppo nel settore dell’industria. Centrale, in questo disegno, è il ruolo dei collegamenti e della logistica tra le due principali città siciliane: Palermo e Catania.
Sulla A19 sono dodici i cantieri avviati, per un totale di 134 milioni di euro. A inizio 2025 dovrebbero invece vedere la luce altri otto gli interventi per un esborso di ulteriori 232 milioni di euro. In totale, il Piano prevede 64 progetti per un investimento complessivo di 913 milioni di euro. Una spesa necessaria anche per ridurre il numero delle vittime da incidenti registrato sulla via di collegamento nel corso degli anni, come raccontato proprio dal QdS.
Attualmente, sono 18 i cantieri che risultano operativi per un valore complessivo di 327 milioni di euro. Tra i lavori in corso sull’A19 si segnalano quelli della Galleria Fortolese (direzione Catania) che prevedono una manutenzione strutturale; quelli al Viadotto Alfio, per un adeguamento e consolidamento. Ma anche quelli alla Galleria Tremonzelli per una riqualificazione volta a migliorarne la sicurezza; al Viadotto Morello con interventi per aumentarne la durata utile e allo svincolo di Enna, in questo caso con lavori per migliorare la fluidità e la sicurezza del transito veicolare.
Nel corso del 2024, 11 progetti sono stati approvati utilizzando i poteri straordinari di Schifani in qualità di commissario. Un passaggio che ha permesso di ridurre, secondo quanto sostenuto dalla Regione, le tempistiche burocratiche di oltre il 50%.
Tra gli interventi inclusi nella lista delle approvazioni, il consolidamento del viadotto Cannatello (completamento entro il 2025); interventi sul viadotto Simeto (previsti miglioramenti strutturali entro fine 2025); il ripristino della Galleria Favilla (ultimazione stimata entro il 2026). Sono in fase di valutazione ulteriori 11 interventi, per un totale di 179 milioni di euro.
Il Piano punta a colmare decenni di carenze nella gestione e manutenzione dell’autostrada, garantendo una rete stradale più sicura e moderna. Secondo il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, “la riqualificazione della A19 è una priorità strategica che mira a completare l’80% dei lavori entro il 2026″. Gli interventi sono progettati per ridurre al minimo i disagi agli utenti, con un monitoraggio continuo e una comunicazione trasparente delle limitazioni al traffico.
I lavori e il restyling della A19 rappresentano un segnale concreto di cambiamento per la Sicilia. I lavori in corso non solo aumenteranno la sicurezza stradale, ma daranno anche impulso alla competitività del territorio, offrendo a cittadini e turisti una viabilità più fluida e affidabile. Siccità permettendo. Perché proprio la mancanza di acqua sta ritardando i lavori per un utilizzo parziale delle “talpe” Tbm. I Tunnel Boring Machine, infatti, sono giganteschi macchinari utilizzati per scavare le gallerie lungo la tratta. Questi strumenti richiedono grandi quantità d’acqua per raffreddare le frese durante le operazioni di perforazione. Una quantità stimata in sei litri al secondo, che però i vicini invasi non possono garantire per la scarsità idrica.
Quando il progetto del raddoppio ferroviario fu pianificato, tra il 2021 e il 2022, si prevedeva che l’acqua necessaria sarebbe stata fornita da Siciliacque. La società, infatti, gestisce il sistema idrico nell’area dei lavori. Ma l’attuale siccità ha costretto la stessa azienda a ridimensionare gli impegni assunti. Con le risorse idriche ridotte al minimo, si è reso necessario dare priorità all’approvvigionamento delle città e delle campagne, lasciando i cantieri della ferrovia senza la quantità d’acqua necessaria per proseguire i lavori.
Si tratta del secondo stop dopo quello imposto a inizio ottobre su un altro cantiere Rfi, gestito sempre da WeBuild: la tratta per il raddoppio ferroviario sulla Messina – Catania, all’altezza del Comune di Nizza di Sicilia. Qui non problemi di siccità, ma di smaltimento di materiali: oltre 14 mila tonnellate di rocce contenenti un quantitativo elevato di arsenico.
Immagine di repertorio