Vincere la sfida della transizione ecologica, nonostante la crisi economica e le tensioni internazionali, per rimediare alla carenza di risorse e frenare il cambiamento climatico: questo l’obiettivo del piano decennale di A2A, aggiornato e approvato dal Consiglio di amministrazione presidieduto da Marco Patuano: previsto un investimento di 16 miliardi di euro in dieci anni. I due pilastri dell’economia circolare e della transizione energetica, nell’attuale contesto geopolitico, richiedono estrema flessibilità: per questo la rimodulazione del piano 2021-2030 di A2A è focalizzata sullo sviluppo dei business distintivi del mercato domestico, prevalentemente attraverso crescita organica. Adesso l’azienda potrebbe presto realizzare un termovalorizzatore a Catania e il primo impianto di riciclo di batterie al litio in Italia.
“Nel 2022 il prezzo dell’energia elettrica ha raggiunto i 700 €/MWh lo scorso agosto, mentre l’inflazione in area Euro ha raggiunto il 10% a luglio e il tasso di interesse Euribor a 12 mesi ha superato il 2% a settembre”, ha spiegato Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A. Per Mazzoncini il precedente governo ha avuto il merito di snellire le procedure per lo sviluppo degli impianti fotovoltaici; ma ora occorre che il governo attuale scelga di allinearsi con gli standard europei: “In Europa si spendono in media 90 euro per abitante all’anno per favorire la transizione ecologica, in Italia meno della metà. Su questo parametro influiscono la capacità di contrarre debito e di aprire cantieri – ha detto -. La nazione deve allinearsi agli altri Paesi Ue, perché il disallineamento non gioverebbe a nessuno”.
Il contesto geopolitico non ha frenato la multiservizi italiana dal programmare le azioni indispensabili al raggiungimento degli obiettivi prefissati, in concerto con le direttive Ue che spingono sulle necessità di decarbonizzazione e di autonomia energetica. “Abbiamo mantenuto invariata la nostra visione decennale, con una direzione chiara su dove fare investimenti – ha continuato l’amministratore -. Prevediamo tanti investimenti per non perdere tempo e per potenziare tanto la generazione elettrica quanto la rete e gli impianti di trattamento dell’ambiente. Già nei primi due anni di attività, abbiamo realizzato un’importante parte delle azioni previste dal piano 2021-2030 e prevediamo di portare a compimento, entro il 2026, l’80% dei progetti”.
A2A ha già compiuto – nei primi due anni del piano decennale – investimenti infrastrutturali nel Paese pari a 3,5 miliardi di euro. Per quanto riguarda l’economia circolare, sono già stati realizzati: gli impianti per il trattamento di rifiuti organici e scarti agroalimentari di Lacchiarella e Cavaglià; quelli per il trattamento dei fanghi a Corteolona e per la depurazione a Gavardo, Alfianello e Val Trompia. Portati a termine anche i lavori di conversione dell’impianto Biofor, l’acquisizione di TecnoA – azienda del Centro-Sud che tratta circa 300 kton di rifiuti all’anno – per recuperare energia direttamente dagli scarti urbani e industriali e l’acquisizione di Sea Energia, società che serve gli aeroporti di Linate e Malpensa, con l’obiettivo di favorire la decarbonizzazione.
Nell’ambito della transizione energetica, invece, acquisiti già i portafogli di impianti di generazione green per 436 MW di potenza nominale, consentendo all’azienda di diventare il quarto player nel settore delle rinnovabili. A questi risultati si aggiungono: la piattaforma di sviluppo FER, con pipeline di progetti per 800 MW; il potenziamento delle centrali di Chivasso e Cassano; la realizzazione di due cabine primarie per la garanzia di resilienza della rete elettrica a Milano.
L’attenzione dell’azienda, durante la crisi, si è rivolta anche alla tutela dei consumatori, privati cittadini e aziende: “Abbiamo consentito risparmi importanti con i nostri contratti a prezzo fisso (39% sull’elettricità e 40% sul gas), pari a 520 milioni di euro soltanto nei primi 9 mesi del 2022 – ha precisato Mazzoncini -. Le rateizzazioni concesse sono state di 8 volte superiori rispetto al 2019 e di cinque volte superiori rispetto ai primi mesi del 2021”.
Oggi A2A ha acquistato un’importante posizione sulla transizione energetica in Italia, con la disponibilità di 7TW/h da energia rinnovabile. L’azienda è il quarto operatore in eolico e solare, il secondo operatore per produzione di energia idroelettrica, il terzo player per produzione di biometano, ma è soprattutto il leader indiscusso della termovalorizzazione. “Le discariche si riempiono e non sappiamo più dove smaltire i nostri rifiuti – aggiunge l’amministratore delegato -. I termovalorizzatori fanno sì che i rifiuti trovino il loro posto anche quando le discariche sono ormai al completo e che da questi si possa ricavare energia. I nostri impianti traggono principalmente energia dai rifiuti urbani che, così, non finiscono in discarica”.
Esistono regioni italiane, secondo l’ad Renato Mazzoncini, che potrebbero velocemente raggiungere l’autonomia energetica. Sulla scorta di questa consapevolezza, l’ipotesi della realizzazione di due termovalorizzatori in Sicilia: uno a Catania e uno a Gela, ma resta in piedi anche l’opzione Palermo.
A2A è interessata al progetto: “Avendo oggi il 50% del mercato della termovalorizzazione in Italia, logicamente siamo interessati a tutti i progetti che possono venire avanti – fa sapere il numero uno della multiservizi -. Quando la Regione Siciliana ha aperto la manifestazione d’interesse per i termovalorizzatori, abbiamo presentato la nostra proposta per quello di Catania, in associazione tra l’altro con Acciaierie di Sicilia, un’azienda che opera a Catania. Quindi in una logica integrata e molto circolare tra un’azienda che consuma energia per produrre acciaio in Sicilia e la necessità di una soluzione per i rifiuti. Vedremo adesso come andrà avanti”.
Il mercato delle automobili elettriche e della smart mobility è in continua crescita. Per questo è sempre più urgente la questione dello smaltimento delle batterie al litio. Risulta possibile recuperare alcuni componenti e trasformali in energia elettrica, ma non esiste ancora un impianto in grado di farlo in Italia. Presto arriverà la soluzione di A2A anche a questo problema: “In Italia non si estrae cobalto e nichel. Ma quando comprate un’auto elettrica, li importate – conclude l’amministratore delegato -. Noi togliamo loro il passaporto e li riutilizziamo per produrre energia elettrica. Apriremo la prima fabbrica di riciclo di batterie al litio e contiamo di riuscire a trattare circa 10 kton all’anno”.