di Dorotea Di Grazia
CATANIA – Novità per ottenere l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole medie e superiori. Come precisato nel decreto n. 497 pubblicato nella GU n.34 del 28 aprile 2020, recante la “Procedura straordinaria, per esami, finalizzata all’accesso ai percorsi di abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune”, le domande dovranno essere presentate a partire dal 28 maggio e fino al 3 luglio mediante il servizio Istanze Online del MIUR.
Si tratta di una procedura istituita a livello nazionale e “organizzata su base regionale”. I requisiti di ammissione prevedono che possano prendere parte al bando coloro che “tra l’anno scolastico 2008/2009 e l’anno scolastico 2019/2020 hanno svolto, su posto comune o di sostegno, in qualunque grado di istruzione, almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive” di cui un anno nella classe di concorso richiesta.
Verranno ritenuti anche validi per la classe di concorso: il servizio svolto su posto di sostegno, anche senza specializzazione; il servizio prestato nella classe di concorso A-29 è considerato legittimo per partecipare per la classe di concorso A-30. Anche i docenti di ruolo delle scuole statali possono partecipare alla procedura.
La prova d’esame consisterà nell’espletamento di una prova scritta computer based che durerà 60 minuti, sarà articolata in 60 domande a risposta chiusa che saranno suddivisi in 40 domande per verificare le competenze disciplinari inerenti la classe di concorso e 20 per appurare le competenze didattico/metodologiche. Per superare la prova sarà necessario un punteggio minimo di 42.
Il superamento della prova darà accesso al percorso di abilitazione. Per potervi accedere, sarà necessario avere un contratto di docenza a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata annuale o fino alla conclusione delle attività didattiche presso un’istituzione scolastica o educativa del sistema nazionale di istruzione, fermo restando la regolarità della relativa posizione contributiva.
Inoltre i docenti dovranno acquisire i 24 cfu in discipline psicopedagogiche e metodologie didattiche di cui al DM 616/2017, con aggravi a carico dei docenti, a esclusione dei vincitori della procedura per il ruolo. Per quest’ultimi infatti è lo Stato a provvedere. Il percorso di formazione si concluderà con una prova finale orale.
Sulle dinamiche dei nuovi bandi e delle procedure di abilitazione, il QdS ha raccolto in esclusiva il parere del segretario generale della Cisl Scuola Catania, Ferdinando Pagliarisi: “Lo spostamento di centinaia di docenti nelle diverse regioni d’Italia per partecipare alle prove del concorso straordinario indetto non potrà dare le adeguate garanzie sulle necessarie condizioni di sicurezza, definite a seguito della pandemia in atto.
La CISL scuola Catania evidenzia che non si possa non tener conto della pericolosa situazione che stiamo vivendo. E ritiene che sarebbe doveroso, per la sicurezza di tutti, ricorrere ad un concorso per soli titoli che, in modo rigoroso e trasparente, permetta l’immissione in ruolo attraverso procedure più agili già con l’avvio del nuovo anno scolastico”.
Pagliarisi sottolinea inoltre come “sia auspicabile per tutti i lavoratori della scuola e per i nostri figli che la vivono quotidianamente, riorganizzare il lavoro di tutta la comunità educante e l’attività didattica in condizioni di massima sicurezza, all’interno di uno specifico protocollo nazionale che definisca ed utilizzi al meglio le risorse del nostro sistema scolastico nazionale”.
“In Sicilia i posti messi a concorso – prosegue Pagliarisi – risultano insufficienti a coprire il fabbisogno dell’isola. Su 24.000 posti nazionali previsti alle nostre scuole ne saranno destinati solamente 855. Né tantomeno avranno maggiore incisività i posti derivanti dai concorsi ordinari banditi: 292 infanzia e primaria, 842 secondaria di primo e secondo grado. Facendo un rapido calcolo, alla fine dei giochi, in Sicilia i posti coperti saranno 1989, che non riusciranno minimamente a garantire la stabilità delle cattedre e a settembre migliaia saranno ancora le cattedre scoperte, soprattutto nel sostegno e a pagarne lo scotto, oltre ai docenti, saranno proprio quei bambini e ragazzi che hanno maggiormente bisogno di continuità e professionalità”.