Per ottenere l’abilitazione alla caccia in Sicilia sarà necessario essere preparati su una nuova materia, che andrà ad aggiungersi a quelle già in elenco. La novità, la cui materia contempla la “gestione della fauna selvatica e misure di sicurezza da osservare nel maneggio e nell’uso delle armi da caccia”, secondo l’Assessorato regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, si è resa necessaria per tutta una serie di ragioni.
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Innanzitutto, negli ultimi anni si è manifestata l’esigenza di incrementare l’attività di gestione della fauna selvatica. Da una parte, per tutelare la conservazione delle specie selvatiche “a rischio”, dall’altra per procedere al contenimento di determinate specie selvatiche, come ad esempio i suini selvatici, che possono arrecare danni all’ecosistema e alle produzioni zootecniche, agricole e forestali. È quindi riconosciuto che, si legge nel decreto assessoriale, “la figura del cacciatore svolge anche la funzione di gestore della fauna selvatica, sia nel rispetto della sua salvaguardia, sia nei casi di controllo delle specie selvatiche in sovrannumero e, pertanto, che agli aspiranti cacciatori sia richiesta la conoscenza di argomenti propedeutici per la gestione della fauna selvatica”.
In pratica, il cacciatore deve essere in grado di utilizzare le diverse tecnologie che permettono il monitoraggio della specie, applicando quindi una caccia di selezione e non indiscriminata. In secondo luogo, l’Assessorato ha voluto evidenziare come, ogni anno, durante la stagione di caccia, siano frequenti gli incidenti che accadono in seguito al mancato rispetto delle norme di sicurezza sull’uso delle armi, e quindi sia necessaria una formazione specifica sull’argomento.
Per tutti questi motivi, le commissioni d’esame per l’esercizio venatorio, già nominate a dicembre 2021, in carica fino alla fine dell’anno in corso, verranno integrate con componenti esperti nella nuova materia per l’abilitazione alla caccia. La domanda può essere presentata entro il 30 marzo, sia brevi manu, per raccomandata e anche via posta elettronica, all’indirizzo istituzionale del dipartimento foreste, nella ripartizione faunistica di riferimento rispetto alla propria residenza.
Per la scelta saranno valutati il titolo di studio, che sia pertinente alla materia “Gestione della fauna selvatica e misure di sicurezza da osservare nel maneggio e nell’uso delle armi da caccia”, l’attività lavorativa svolta, gli attestati di partecipazione a corsi di formazione e le attestazioni relative a competenze specifiche possedute. A parità di condizioni, è titolo preferenziale essere dipendente in servizio o in pensione della pubblica amministrazione.
Attualmente le commissioni per l’esame di abilitazione alla caccia sono 9, una per ogni ripartizione faunistica venatoria, in corrispondenza dei territori provinciali, e sono costituite dal dirigente della ripartizione, con funzioni di presidente, e da 6 componenti effettivi e 6 supplenti, scelti tra indipendenti o segnalati dalle associazioni agricole, venatorie e ambientaliste, in possesso dei requisiti di specifica competenza. Ne fa parte anche un dipendente in servizio presso la ripartizione faunistico-venatoria, scelto dal dirigente, che viene chiamato a svolgere le funzioni di segretario.
La nuova materia va ad arricchire la lista già presente: legislazione venatoria, zoologia applicata alla caccia con prove pratiche di riconoscimento delle specie cacciabili, armi e munizioni da caccia e relativa legislazione, tutela della natura e principi di salvaguardia di produzione agricola, norme di pronto soccorso.