In Africa la mancanza di cibo è una condizione purtroppo ancora oggi attualissima. Un’area del Pianeta dove, nel 2022, non sono disponibili a sufficienza nemmeno i nutrienti base per una vita sana e attiva. Conosciamo bene quanto il fenomeno sia diffuso grazie ai costanti report da parte dell’Onu (l’Organizzazione delle Nazioni Unite), i quali stimano che circa 836 milioni di persone siano in condizioni di estrema povertà. Inoltre un altro rapporto, pubblicato il 6 ottobre 2022, ha dichiarato che, come mai prima d’ora, la povertà alimentare ha colpito in modo troppo profondo alcune parti del globo. Con qualche “sorpresa”
Si pensa infatti che malnutrizione, povertà e scarsi livelli di istruzione siano fenomeni ormai lontani dai Paesi occidentali, tuttavia ci sono anche degli “insospettabili”. Per esempio, secondo la Commissione sullo sviluppo umano della Conferenza episcopale americana, negli Stati Uniti un minore su sei vive in condizioni di estremo disagio economico.
Certo c’è chi sta molto peggio. I maggiori problemi di denutrizione si registrano in Asia meridionale, con quasi 281 milioni di persone denutrite. In Africa subsahariana, le proiezioni per il periodo 2014-2016 indicano un tasso di denutrizione di quasi il 23%. È necessario un cambiamento profondo nel sistema mondiale agricolo e alimentare per nutrire le milioni di persone che oggi soffrono la fame e i miliardi di persone che abiteranno il nostro pianeta nel 2050.
Dal settore alimentare e da quello agricolo devono arrivare, dunque, le soluzioni per uno sviluppo realmente sostenibile, vitale per eliminare le disparità e le ingiustizie sociali. Come abbiamo detto, parliamo di circa 800 milioni di persone denutrite e che sono destinate ad aumentare di questo passo. Infatti, a causa del rapido rapido incremento della domanda di alimenti a livello mondiale, occorre raddopiarne produzione entro il 2050.
Per cercare di risolvere il problema della malnutrizione nel mondo e per nutrire le miliardi di persone che abiteranno in futuro il nostro pianeta, l’Onu ha avviato il progetto noto come “Agenda 2030” che, all’articolo 2, fissa l’obiettivo di effettuare un cambiamento radicale nel sistema agricolo e alimentare entro i prossimi otto anni. “Dobbiamo intraprendere azioni immediate, coordinate e tempestive per evitare il peggio”, ha affermato il Programma alimentare mondiale.
Si tratta di un impegno che certifica la volontà dei Governi di attuare politiche attive contro una condizione che è fonte di sofferenza per milioni di persone e che entra in contraddizione con la dichiarazione universale dei diritti umani. Ma ad oggi a che punto siamo? In Italia, l’Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) stila ogni anno un rapporto sullo stato dei lavori dell’Agenda 2030 in Italia e negli altri Paesi del mondo. La ricerca pubblicata a dicembre 2021 ha evidenziato come la pandemia abbia rallentato l’attuazione dei piani legati all’Agenda Onu. Gli ultimi due anni hanno aggravato il divario economico tra ricchi e poveri, hanno portato a un aumento dei casi di povertà assoluta e anche a un peggioramento delle condizioni di sicurezza alimentare in alcuni casi.
Aurora Sciacca, Andrea D’Ignoti, Nicolò Raiti, Simone Puglisi, Martina Meli, Giacomo Bellecci, Giulio Bellecci
4LG Liceo Lombardo Radice