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Abusi edilizi ad Acireale, archiviata una delle accuse al sindaco Barbagallo

ACIREALE – Soltanto falso ideologico. È questa l’unica accusa da cui il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo potrebbe doversi difendere all’interno delle aule del tribunale di Catania, per i fatti legati agli abusi edilizi che sarebbero stati commessi nella realizzazione di alcuni campi da padel nella frazione acese di Santa Maria delle Grazie. Barbagallo, coinvolto nell’indagine da libero professionista e in una fase in cui non rivestiva cariche pubbliche, nei giorni scorsi ha ricevuto la notizia dell’archiviazione dell’accusa di utilizzazione di notizie coperte da segreto, contestatagli in un primo tempo dal pm Santo Di Stefano.

A far vacillare il capo d’imputazione erano state le obiezioni dei difensori dell’attuale primo cittadino, secondo i quali le intercettazioni – disposte in fase d’indagine per un’originaria ipotesi di associazione mafiosa dovuta a contatti con esponenti della cosca acese dei Santapaola-Ercolano – non sarebbero state utilizzabili per contestare il reato che Barbagallo avrebbe commesso con l’ausilio di Santi Musmarra, vigile urbano che avrebbe informato anticipatamente Barbagallo, nelle vesti di consulente della ditta proprietaria dei campi di padel, in merito ai controlli che il Comune di Acireale era in procinto di eseguire. Anche per Musmarra è arrivata l’archiviazione.

La tesi dei legali, gli avvocati Enzo Mellia e Piero Continella, in prima battuta è stata condivisa dal pm mentre il gip Pietro Currò prima di pronunciarsi sulla richiesta di archiviazione ha chiesto alla polizia giudiziaria un approfondimento sui contatti intercorsi tra Barbagallo e Musmarra. A occuparsi di delimitare il campo dei colloqui tra l’allora ingegnere e il vigile sono stati gli uomini del commissariato di Acireale.

Sulla scorta della relazione prodotta, il giudice per le indagini preliminari si è espresso accogliendo l’istanza di archiviazione. Barbagallo, e con lui gli altri professionisti coinvolti nel presunto abuso edilizio, adesso dovrà affrontare l’udienza preliminare per il reato di falso. La notizia dell’indagine era arrivata nella primavera di un anno fa, poche settimane prima delle Amministrative che hanno riportato Barbagallo a vestire la fascia di primo cittadino dopo la fine anticipata, nel 2018, della prima sindacatura. All’epoca lo stop era arrivato in seguito all’arresto nell’inchiesta Sibilla, che ha portato a una condanna in primo grado per tentata induzione indebita a promettere utilità, mentre al momento si attende la sentenza d’appello con la procura generale che ha chiesto l’assoluzione.

Nel 2023, invece, la notizia dell’indagine era finita sulle prime pagine dei giornali nazionali per via delle intercettazioni da cui emergevano i contatti tra l’esponente dei Santapaola Pippo Florio e Barbagallo. Oggetto dei dialoghi, la proposta del secondo di partecipare a un bando pubblico per ottenere fondi per l’acquisto di biciclette elettriche. Alla fine, però, i fatti non ebbero sviluppi investigativi tali da portare la procura a contestare reati di natura mafiosa a Barbagallo. Intercettazioni che di fatto non è stato possibile utilizzare neanche per sostenere i presunti contatti illeciti con il vigile.