ERICE (TP) – Accade spesso che un politico debba fronteggiare i tribunali e quella “dura lex, sed lex” uguale per chiunque si trovi davanti ad un giudice.
È il caso della sindaca di Erice, Daniela Toscano, indagata per abuso d’ufficio e calunnia dalla Procura di Trapani. Per tali ragioni, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trapani, Caterina Brignone, lo scorso luglio, aveva confermato la misura restrittiva, per il sindaco, del divieto di dimora nei comuni di Trapani ed Erice, con conseguente autosospensione da parte di Daniela Toscano.
Adesso, invece, il tribunale del Riesame di Palermo ha annullato la misura restrittiva.
Cosa si prova dopo l’annullamento? “Le motivazioni del ‘Riesame’ ribadiscono con forza la correttezza del mio operato e rappresentano, per quanto mi riguarda, una ulteriore assunzione di responsabilità e d’impegno. Serenità per me e per la mia famiglia, ma la vicenda ha oggettivamente penalizzato la comunità ericina, che ha dovuto fare i conti con una condizione di estrema incertezza amministrativa e politica. Il rispetto nei confronti della Magistratura – continua – sono stati il riferimento e la leva per superare pressioni, più o meno interessate, ed una campagna mediatica che ha provato a deviare il corso naturale del mio mandato amministrativo”.
Seppur varie vicissitudini inducevano a lasciare il posto e dimettersi, Daniela Toscana è rimasta ben salda alle sue ragioni ed al suo modo di fare politica. “Ho deciso di rimanere al mio posto, non soltanto per difendere le mie ragioni e la trasparenza delle mie scelte, ma soprattutto per salvaguardare l’istituzione Comune – sottolinea il sindaco di Erice. Il problema non è mai stato Daniela Toscano, ma la Sindaca Daniela Toscano, che non è portatrice d’interessi personali e di parte, ma rappresentante di un territorio. Rappresentante espresso da un voto popolare. È una vicenda che mi ha sicuramente cambiato dal punto di vista personale, ma che non ha mai intaccato la mia funzione istituzionale. Ecco perché sento ancora più forte e viva la responsabilità di governare il mio Comune fino alla scadenza naturale del mandato, con un programma votato e voluto dagli elettori”.
Il periodo di autosospensione è servito al sindaco per riflettere sulle possibili vie da intraprendere. “Dialogo e rispetto sono sempre stati due cardini della mia attività politica e continueranno ad esserlo soprattutto ora – prosegue -, in questa fase di grande emergenza. Mi sono spesso interrogata su quel che avrebbero potuto subire il Comune e la comunità ericina se avessi deciso di piegarmi alla canea politico-mediatica che ha sfiorato, in alcuni momenti, il linciaggio morale, di fronte alle ripercussioni fortemente negative della nuova ondata pandemica. Un’amministrazione limitata da un commissariamento, previsto per legge, ma sicuramente insufficiente ad affrontare le tante emergenze in atto. Le ragioni della politica – conclude – non sono, come qualcuno artatamente prova a presentare, alternative o addirittura in contrasto con quelle della giustizia. Sono invece complementari ma anche autonome e vanno rispettate nelle reciproche funzioni e legittimazioni. Il resto è soltanto bassa propaganda che rimarrà con il fiato corto e senza futuro. Il mio impegno continua con sentimento, perché chi fa politica, chi amministra, non può permettersi il risentimento”.