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Acciaierie di Sicilia, l’allarme di Fiom Cgil e Uilm Uil Catania: si teme la chiusura

Mentre ancora non si è spenta l’eco della vertenza che sta riguardando il polo petrolchimico di Priolo, che rischia la paralisi per il lungo braccio di ferro tra il governo e la magistratura di Siracusa per la nota vicenda del depuratore che continua ad inquinare, adesso in Sicilia rischia di esplodere un’altra vertenza industriale in uno dei settori cardine della nostra economia, quella dell’acciaio. Ad essere a un passo dalla crisi sono le acciaierie di Sicilia. La Fiom Cgil e la Uil Catania hanno lanciato l’allarme ieri con un comunicato stampa. Nella nota i due sindacati temono che “Un altro dramma occupazionale e sociale a Catania e nella nostra Isola sia a un passo dall’esplodere. È ora che le istituzioni politiche, in testa la Regione, battano un colpo. È ora che facciano la propria parte!”.

“Allarmante disinteresse di Stato e Regione”

L’Appello-denuncia dei segretari generali di Fiom Cgil e Uilm Uil Catania, Rosy Scollo e Giuseppe Caramanna arriva come conseguenza dopo che i vertici di Acciaierie hanno deciso la sospensione dei turni di lavorazione: “Ci troviamo dinanzi a una nuova chiusura dello stabilimento catanese – sostengono i due sindacalisti -, mentre non s’interrompe il flusso di esportazione del rottame con un numero sempre più ampio di porti interessati. Da Augusta a Termini Imerese, passando per Pozzallo. Tutto questo avviene a fronte di un allarmante disinteresse di Stato e Regione verso il destino di una storica fabbrica del sistema industriale catanese. Abbiamo già contestato in passato inerzie e silenzi dei Palazzi della politica, adesso rivendichiamo interventi immediati e concrete per scongiurare che la situazione precipiti diventando incandescente”.

In attesa di risposte

“I lavoratori – concludono Scollo e Caramanna – stanno già sostenendo enormi sacrifici, da anni. Adesso, aspettiamo risposte dai governi perché questi sacrifici non risultino vani”. Fiom Cgil e Uilm Uil chiedono anche il supporto delle autorità locali e delle associazioni imprenditoriali. “Ci sostengano in questa richiesta anche le istituzioni locali, facendo sentire la propria voce in una vertenza-simbolo per Catania e per il nostro territorio”.

L’allarme dei sindacati tocca un tasto molto sensibile che si annoda con la vertenza in atto al petrolchimico dove sono a rischio di cassa integrazione migliaia di lavoratori. Alcuni giorni fa su questo tema il presidente regionale di Legambiente, Tommaso Castronovo, ha sollecitato le autorità a ripensare a un piano industriale che miri alla trasformazione ecologica di tutto il petrolchimico, per chiudere una lunga fase storica in cui migliaia di persone sono state costrette a convivere con tassi di inquinamento fuori da ogni logica.