PALERMO – Lo sblocco delle assunzioni è solo una delle novità contenute nel nuovo accordo fra Stato e Regione. L’accordo, approvato anche dal consiglio dei Ministri, prevede il superamento di alcuni vincoli in carico alla Regione Siciliana rafforzando il percorso di risanamento intrapreso dall’ente.
C’è poi l’aumento di 70 milioni di euro degli accantonamenti annui della Regione previsti dal Piano di rientro: in cambio il Governo nazionale si impegna a concorrere progressivamente all’onere derivante dall’innalzamento della quota di compartecipazione della Sicilia alla spesa sanitaria dal 42,50 al 49,11 per cento.
“Siamo soddisfatti della proficua e costante interlocuzione con il Governo nazionale a partire dal ministro Giorgetti – ha detto il Presidente della Regione siciliana Renato Schifani – potremo finalmente far fare all’amministrazione il salto di qualità per affrontare le nuove sfide che ci attendono: dal Pnrr alla nuova programmazione, dalla transizione energetica a quella digitale. Nel contempo, lo Stato ci riconosce per quest’anno un trasferimento di 300 milioni di euro, aumentandolo rispetto ai 200 milioni del 2022, per compensare la maggiore compartecipazione della Sicilia alla spesa sanitaria”.
Il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, si è detto soddisfatto per la modifica “di un accordo capestro Stato-Regione imposto cinque anni fa da un esecutivo ostile Pd-M5s, quando a Palermo c’eravamo noi”.
L’opposizione critica l’entusiasmo dell’esecutivo: “Il presidente Schifani esulta per l’accordo Stato-Regione l’assessore Falcone parla di ‘rigore contabile’ e di ‘solidità finanziaria’, eppure all’Ars passiamo giornate intere ad esaminare disegni di legge del governo su continue variazioni per tappare i buchi di un bilancio che fa acqua da tutte le parti – ha detto Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars – la prossima manovra regionale si basa su previsioni finanziarie che definirle ‘incerte’ è un eufemismo, non abbiamo ancora nessuna notizia sullo ‘scippo’ di circa 270 milioni di euro per la sanità, e la Sicilia rischia di dovere restituire a Bruxelles più di un miliardo di fondi europei che la Regione non ha saputo utilizzare. Insomma, qualcosa non torna”.
Il M5s avrebbe voluto almeno conoscere il testo di questo accordo e ad oggi i pentastellati non hanno traccia del documento: “Noi non sappiamo cosa vi sia scritto in questo accordo, non abbiamo ricevuto il testo – ha detto Luigi Sunseri (M5s) intervistato dal Quotidiano di Sicilia – è una mancanza di bon ton istituzionale, che prevede che qualsiasi accordo venga chiuso su mandato della giunta, é condiviso prima con l’Ars. Siamo felici che siano stati presi accordi migliorativi per la Sicilia questo è indubbio e non sto criticando l’eventuale bontà dell’accordo, come le assunzioni, che ritengo siano un provvedimento necessario, ma sarebbe stato opportuno mettere a conoscenza della politica regionale tutta, di quanto l’esecutivo regionale stava andando a trattare a Roma”.