Cronaca

Aci Catena nuovo epicentro dell’emergenza: devastata dall’incendio, senza acqua e luce

L’epicentro del disastro di ieri è a San Nicolò, frazione di Aci Catena. Un’intera collina bruciata, le fiamme hanno invaso anche il centro urbanizzato. Oggi si contano i danni e ci si ritrova ancora senza corrente elettrica. È qui che la folle giornata di martedì, con incendi in ogni angolo della Sicilia, ha lasciato alcune delle tracce più profonde.

La paura, la stanchezza e la rabbia di chi vive da giorni un incubo stanno nelle facce dei cittadini che hanno abbandonato le loro case e sono state portate al Com, il centro operativo comunale. “Da oltre 24 sono senza elettricità e senza acqua – racconta una donna che è arrivata stamattina nel centro di via Sottotenenente Barbagallo con due borsoni – poi è subentrato pure l’incendio. Non ce la faccio più a stare a casa con questo caldo, sono venuta qui per stare qualche ora al fresco ma credo che cercherò un B&B. Così non si può vivere”.

Un paese senza energia elettrica

Nella stessa stanza un uomo e l’anziana madre pranzano con i pasti recuperati dalla Croce Rossa e un’altra coppia è seduta senza fare nulla. “Mio marito è cardiopatico, senza luce non possiamo vivere”. Va così da giorni, anche la scorsa settimana il Com si è riempito di persone vittime del black-out. E mentre la vicina Catania, a poco a poco, sembra tornare alla normalità, qui ancora oggi è emergenza piena.

“Nei giorni prima dell’incendio abbiamo misurato la temperatura del terreno: registrava 70 gradi“, racconta la sindaca Margherita Ferro. Ancora oggi tutto il paese è senza energia elettrica. L’Enel sostiene che si sono interrotte le comunicazioni del sottosuolo a causa del calore. Ma anche l’infrastruttura non è capace di rispondere alla richiesta. La mancanza di luce ricade anche sui pozzi dell’acqua. A me arriva l’esasperazione dei cittadini. Ho una città con 50 gradi, senza acqua, senza energia, per noi i climatizzatori sono vitali”. Il Com – che ieri è stato circondato dalle fiamme e oggi rimane al centro di una vasta area annerita – va avanti grazie a un gruppo elettrogeno.

“Danni per due milioni di euro”

A distanza di qualche chilometro Luciano Privitera, titolare dell’azienda Bella Fresca, cerca di non fare prevalere la rabbia. Dal 2000 produce, confeziona e commercializza insalate, verdure e aromi che si vendono nei supermercati di tutta la Sicilia. Ieri le fiamme hanno divorato lo stabilimento e parte della produzione. “Ci sono danni per almeno due milioni di euro”, prova a fare i conti Privitera.

Ma quello che non gli dà pace è che l’allarme lo aveva lanciato da settimane: “L’incendio è diventato indomabile anche perché di fronte alla nostra azienda c’era un grande terreno privato incolto e pieno di rovi. Il fuoco se l’è mangiato in pochi minuti e poi è passato da noi. Lo avevo segnalato. Serve una legge che imponga ai privati di tenere puliti i terreni o in alternativa di venderli a prezzi concorrenziali”.

L’esplosione di una bombola

In questa stessa zona sono andati a fuoco vivai e locali come il Blu Panorama. Nel cuore della frazione di San Nicolò un Caf al primo piano di una palazzina è stato distrutto dalle fiamme, è crollato il tetto e sono andati bruciati tutti i documenti all’interno, mentre una bombola di gas da riscaldamento è deflagrata creando fortunatamente solo tanta paura e nessun ferito.

L’indomani, mentre ancora le macerie fumano, l’emergenza diventano i disservizi su energia elettrica e acqua. La Croce Rossa di Acireale stamattina ha effettuato diversi trasporti di persone che hanno preferito lasciare le proprie case o anche di farmaci da tenere refrigerati. Per la comunità catenota la fine di un estate da incubo è ancora posticipata.