Economia

Acqua, il Cga, “la Regione non può fissare le tariffe”

Sono gli enti d’ambito Idrici della Sicilia e non la Regione a dover determinare la tariffa dell’acqua all’ingrosso da sottoporre all’approvazione dell’Arera, Autorità nazionale di regolazione del comparto idrico.

Lo ha stabilito il Consiglio di Giustizia Amministrativa che ha respinto il ricorso presentato dalla Regione Siciliana e da Siciliacque S.P.A. I ricorrenti hanno chiesto la riforma della sentenza del TAR Sicilia che, in accoglimento del ricorso proposto dall’Amap, gestore del servizio idrico integrato dell’ATO Palermo, aveva riconosciuto l’incompetenza della Regione con la conseguente illegittimità dell’attuale tariffa all’ingrosso pretesa da Siciliacque dai gestori del Servizio idrico dell’Isola e, quindi, dai singoli utenti siciliani.

Con tre delibere di luglio 2016 e di aprile e luglio 2019, la Giunta Regionale aveva approvato un prezzo di vendita dell’acqua all’ingrosso di 0,696 centesimi di euro per metro cubo, pari ad oltre il doppio della media nazionale e, comunque, ben più alto di quello che Siciliacque è tenuto ad applicare in base alle regole dettate dalla Arera e dai precedenti giurisprudenziali in materia.

Nel giudizio davanti il CGA a sostenere la competenza degli enti d’ambito si sono costituiti l’Amap, patrocinata dagli avvocati Giovanni Immordino e Antonino Frenda, il Comune di Palermo, rappresentato dall’avvocato Vincenzo Criscuoli, l’Assemblea Territoriale Idrica di Palermo, patrocinata dall’avvocato Massimiliano Mangano, e l’ATI di Agrigento, difesa dall’avvocato Giuseppe Mazzarella. “Il Consiglio di Giustizia Amministrativa – dice l’amministratore di Amap Alessandro Di Martino – nella sentenza ha fatto propria la nostra tesi, secondo cui la Regione non ha alcuna competenza in materia di tariffe del servizio idrico all’ingrosso e che la tariffa in atto richiesta da Siciliacque è maggiore di quella corretta da applicare”.