PALERMO – La recente disposizione dell’Arera, l’autorità per l’energia, rischia di creare un pesante caso attorno alla futura emissione delle bollette dell’acqua.
Il nuovo sistema tariffario, stabilito con delibera numero 665 del 2017, sta avendo a quanto pare un effetto anche di retroattività. In pratica le nuove bollette, a sentire le associazioni dei consumatori, presenterebbero una sorta di conguagli che in alcuni casi possono anche essere definiti “maxi”.
Dalle associazioni dei consumatori si alzano delle furibonde polemiche e ci si prepara all’ennesima battaglia: “Non entriamo minimamente nel merito se questo sistema sia più favorevole o meno ai cittadini, – commenta il Cci, centro consumatori Italia – la questione che poniamo è se sia corretto effettuare i calcoli e relativi conguagli in maniera retroattiva. Da sempre siamo stati contrari alla retroattività delle bollette per i servizi di qualsiasi natura, soprattutto in quelli dove non vi è la possibilità, qualora in presenza di aumenti, di poter scegliere un gestore alternativo, come ad esempio nei servizi di telecomunicazione, o di quelli energetici. Qui siamo in presenza di gestioni in monopolio ed è quindi impossibile per le famiglie cambiare eventualmente gestore”.
Dal suo canto l’Arera aveva già evidenziato che il metodo tariffario sarebbe stato uniforme in tutta Italia ma anche “asimmetrico”, cioè tiene conto delle diverse situazioni locali e delle scelte programmatiche definite dagli Enti di governo d’ambito.
In particolare, avverte l’Arera, aumenteranno i controlli di modo che “eventuali aumenti tariffari saranno possibili solo a seguito di investimenti effettivamente realizzati o di miglioramenti nella gestione certificati”. Viene infatti confermata la presenza di un tetto agli aumenti, per la prima volta differenziato non solo sui costi operativi della gestione, ma anche in ragione dei ricavi per abitante servito. La tariffa basa il suo calcolo sul consumo procapite. Per questo è fondamentale che siano aggiornati i dati sullo stato di famiglia e che i dati dell’anagrafe si incrocino con quelli delle aziende: “In una società ideale, con i mezzi e le tecnologie di cui siamo in possesso nel 2020, – sostiene Federconsumatori – questo sarebbe già avvenuto. Ma non in Italia. Ecco perché le aziende, su autorizzazione dell’Assemblea dei sindaci o dell’Assemblea regionale, possono applicare il computo tariffario, basandolo sul dato della famiglia media di tre persone: con vantaggio per chi in realtà è al di sotto di tale soglia e aumenti notevoli per i nuclei familiari più numerosi”.
L’associazione chiede la sospensione della nuova tariffa, almeno fino a gennaio 2021, e con essa la sospensione del calcolo retroattivo. “Consideriamo una vera e propria follia l’applicazione, per di più retroattiva, – rilancia il presidente di Federconsumatori Emilio Viafora – di un siffatto sistema tariffario. In questo modo, in un momento quanto mai delicato e difficile per le famiglie colpite dalla grave crisi causata dalla pandemia, al posto di agevolarli, si mettono in difficoltà i cittadini. Per di più in relazione a un bene primario come l’acqua”.
L’Authority ha introdotto con il nuovo calcolo tariffario anche il “Piano per le Opere Strategiche”, strumento con il quale l’ente di ambito indica gli interventi infrastrutturali dedicati ad opere complesse con vita utile superiore ai 20 anni e considerate prioritarie per garantire la qualità del servizio agli utenti, con tanto di cronoprogramma degli interventi da realizzare e di contributi pubblici disponibili.