Puntuale come un orologio il mare torna sempre a battere e flagellare sempre le stesse coste. A conferma di questo concetto arrivano le ultime immagini del lungomare di Acquacalda, località dell’isola di Lipari, nell’arcipelago eoliano, esposta alle mareggiate che provengono da nord.
Come era avvenuto nel dicembre del 2019, il mare ha nuovamente spazzato via un lungo tratto del lungomare, impedendo ai cittadini della frazione di transitare, ma soprattutto mettendo a rischio la loro incolumità.
Qualche giorno fa sul tema dell’erosione delle coste nelle isole minori è tornato a parlare sul Quotidiano di Sicilia il professore Giovanni Randazzo, ordinario di Geologia ambientale dall’Università di Messina, uno dei massimi esperti di erosione delle coste del Meridione. Randazzo ha detto chiaramente che è inutile continuare a prevedere interventi e progetti faraonici, “tanto il mare prima o poi se li riporterà via”.
Qualche tempo prima il professore aveva fatto una previsione molto preoccupante preannunciando che tra venti anni il rischio è di assistere alla totale sparizione di molte spiagge della Sicilia, isole minori comprese.
“Posso metterci la mano sul fuoco – aveva detto -. Sono sicuro che se in futuro prossimo non ci saranno interventi mirati tra venti anni quasi tutti i lungomari della Sicilia saranno spariti”. L’esperto ora, alla luce dell’ultimo episodio che ha interessato Lipari, torna a lanciare un appello alle amministrazioni dell’isola affinché studino interventi mirati. “È quasi del tutto inutile prevedere realizzazioni di opere frangiflutti faraoniche. Bisognerebbe intervenire, invece, con interventi mirati di ripascimento da ripetere ogni tot di anni. Solo in questo modo saremo in grado di difendere le nostre coste”.
Il caso di Acquacalda è un esempio di come i progetti procedano molto a rilento. Era il dicembre del 2019 quando una violenta mareggiata sconvolse il lungomare di Acquacalda mettendo a repentaglio la vita degli abitanti di Lipari. Era la prima volta in 90 anni che la violenza delle onde arrivava sino a distruggere il lungomare, segno evidente che qualcosa sta cambiando. Allora si mosse la Protezione civile regionale e poi quella nazionale.
L’ex sindaco dell’arcipelago, Marco Giorgianni, incontrò ad Acquacalda il capo della Protezione civile regionale Salvatore Cocina. Vennero disposti i primi interventi. Si ripristinò la strada per consentire il transito ai cittadini, ma solo con un intervento temporaneo. Infatti, nessuna opera adeguata a contenere la forza dei marosi finora è stato portato a termine.
Nel frattempo l’amministrazione è cambiata. Il nuovo sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, ha portato avanti il progetto per la realizzazione di due grandi barriere soffolte a difesa dell’abitato e lo ha presentato alla Regione. Si tratta di un piano da oltre 15 milioni che ancora non è stato finanziato. Il Comune, però, avrebbe già disponibili, oltre 4 milioni di euro per rifare il lungomare e realizzare alcune opere-tampone a protezione dell’abitato. Sembra, tuttavia, che ancora oggi non abbia ricevuto dalla Regione il certificato ambientale “Vas” per avviare le prime opere. Il risultato è il nuovo disastro che numerosi filmati di cittadini che si sentono abbandonati immortalano. Questa mattina molti abitanti di Lipari hanno ripreso con i telefonini la nuova violenta mareggiata, chiamando in causa in causa tutte le autorità preposte alla difesa dell’abitato.
Un anziano abitante è tornato a chiedersi: “Come mai a distanza di cinque anni dalla prima violenta mareggiata nessuno ha ancora fatto nulla, se non un piccolo interventi tampone realizzato in difesa di alcune case che altrimenti rischiavano di crollare per la furia delle onde? Come mai necessitano anni di progettazione e di iter burocratici per avviare quegli interventi a salvaguardia della incolumità dei cittadini?”. Interrogativi che finora non hanno avuto alcuna risposta.