La scrittrice Rosetta Provera Loy, pluripremiata autrice dalla scrittura limpida, essenziale, concreta, è morta nella sua casa di Roma all’età d 91 anni. Lo ha annunciato all’Adnkronos la figlia, Margherita Loy. La scrittrice sarà tumulata in Piemonte nel cimitero di Mirabello Monferrato, il paese dove è ambientato il suo romanzo più noto, “Le strade di polvere”.
Nata a Roma il 15 maggio 1931, da padre piemontese e madre romana, Rosetta Loy ha scritto il suo primo racconto all’età di nove anni; ma la ferma determinazione di diventare una scrittrice si è manifestata verso i venticinque anni. Dopo il suo esordio con “La bicicletta” (Einaudi, 1974, Premio Viareggio Opera Prima), ha scritto vari romanzi (“La porta dell’acqua”, Einaudi, 1976; “L’estate di Letuche”, Rizzoli, 1982; “All’insaputa della notte”, Garzanti, 1984), il più noto dei quali è “Le strade di polvere”, pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1987. Grazie a questo libro l’autrice ha vinto numerosi premi letterari. Come il Premio Campiello nell’anno della sua pubblicazione; il Premio Supercampiello, il Premio Viareggio, il Premio Città di Catanzaro e il Premio Rapallo nell’anno successivo. E, infine, il Premio Montalcino due anni dopo. Il romanzo narra la storia di una famiglia monferrina dalla fine dell’età napoleonica ai primi anni dell’Italia unita.
Successivamente Rosetta Provera Loy ha scritto “Sogni d’inverno” (Mondadori, 1992) e “Cioccolata da Hanselmann” (Rizzoli, 1995, Premio Grinzane Cavour per la narrativa italiana). Ne “La parola ebreo” (Einaudi, 1997; Premio Fregene e Premio Rapallo-Carige) racconta la storia della sua famiglia, cattolica, e di una certa borghesia italiana che, anche se non apertamente schierate con il fascismo, accettarono le leggi razziali senza avere coscienza della tragedia che si stava compiendo; memoria individuale e memoria collettiva si sovrappongono, sottolineando il peso di una responsabilità storica e morale.
Nel 2005 Rosetta Loy ha vinto il Premio Bagutta, il Premio Brancati e il Premio Rhegium Julii con “Nero è l’albero dei ricordi, azzurra l’aria” (Einaudi). Dopo “La prima mano” (Rizzoli, 2009), un collage di testi autobiografici, in “Cuori infranti” (Nottetempo, 2010), nelle due favole nere che compongono il volume, la scrittrice racconta gli omicidi di Novi Ligure e di Erba. Nel 2013 ha pubblicato “Gli anni fra cane e lupo” (Chiarelettere), racconto che ripercorre la storia d’Italia dal 1969 al 1994, mentre è stato edito nel 2016 il testo autobiografico “Forse” (Einaudi), e nel 2018 “Cesare” (Einaudi), biografia del critico letterario Cesare Garboli (1928-2004), a cui fu a lungo legata sentimentalmente. Nel 2017 Rosetta Loy è stata insignita del Premio Campiello alla carriera.
Tra gli altri riconoscimenti ricevuti, figurano: nel 1988 il Premio Catanzaro, nel 1996 il Premio Alassio Centolibri – Un autore per l’Europa e nel 2005 il Prix Jean Monnet de Littérature Européenne.
Come ha scritto Cesare Garboli, la Loy è “rapida, essenziale, concreta; ma, come certi scrittori dell’Ottocento, si esalta in quegli argomenti sui quali finiamo sempre col misurare, per abitudine, il talento dei romanzieri: l’amore, la guerra, i bambini, la morte”.
Nel 1955, dopo una lunga frequentazione, Rosetta Provera sposò Beppe Loy, fratello del regista Nanni Loy. La loro l’unione è durata fino alla morte del marito nel 1981. In seguito la scrittrice coltivò un intenso rapporto intellettuale con Garboli. I funerali si terranno martedì 4 ottobre, alle ore 10.30, nella chiesa di Santa Maria Immacolata di Grottaferrata