di Rossella Fallico
CATANIA – In un momento di flessione senza precedenti per l’Adozione Internazionale in Italia, ulteriormente colpita dalla diffusione del Covid e dalle conseguenti restrizioni per i viaggi, i primi cinque enti autorizzati italiani hanno dato vita a “Lian – Life in Adoption Network”, una rete sinergica per ridare una speranza concreta ai bambini abbandonati e alle famiglie adottive. Fanno parte di Lian: Asa, realtà leader per le adozioni nell’Europa orientale (che ha sede legale a Catania a opera su tutto il territorio nazionale); Cifa, ente italiano con il maggior numero di adozioni accompagnate; Ai.Bi. – Amici dei Bambini, l’ente con il maggior numero di sedi in Italia e sedi estere; Ariete, l’ente più rappresentativo nel Sud Italia; Nidoli, organizzazione leader per le adozioni nella Federazione Russa.
I cinque enti coinvolti, inoltre, intendono mettere a disposizione del sistema istituzionale coinvolto nell’Adozione Internazionale (ministero della Famiglia, Commissione Adozioni Internazionali, regioni) la propria esperienza, per riprendere l’efficace collaborazione instauratasi con la precedente “Adozione 3.0”.
Un’immagine che vale più di mille parole quella riportata nel logo di Lian: una stella cadente vista come desiderio di ogni bambino di avere una famiglia. E, similmente, una stella polare che guidi gli Enti autorizzati ad operare avendo sempre come unico e solo obiettivo il superiore interesse del minore.
Perché nasce Lian?
“Lian nasce per poter concretizzare al meglio il desiderio di ogni bambino di avere una famiglia. Operiamo in tutta Italia e abbiamo concordato linee comuni per dare l’opportunità alle famiglie di avere al loro fianco, durante l’iter adottivo, strutture ben organizzate e soprattutto operatori qualificati. E mai come in questo delicato momento le famiglie hanno bisogno di non essere lasciate sole”
Quali i prossimi imminenti obiettivi?
“Vi è un unico obiettivo: migliorare il sistema nazionale ed internazionali delle adozioni internazionali e assicurare a tutti quei bambini, in stato di abbandono, una famiglia”
Come è possibile far fronte al calo delle adozioni internazionali, soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo a causa della diffusione del Covid e le conseguenti limitazioni nei viaggi?
“L’ulteriore decremento delle adozioni internazionali in atto va in larga parte imputato all’emergenza sanitaria in corso, che ha comportato un rallentamento delle procedure di adozione da parte di molti Paesi di origine. Nonostante il difficile momento, il costante impegno della Commissione per le Adozioni Internazionali ed il proficuo confronto con le Autorità Centrali dei Paesi di origine, sta consentendo alle coppie di adottare. E di questo non possiamo che gioire. Operiamo in stretta collaborazione con la Cai e con le autorità diplomatiche italiane all’estero che supportano la coppia dall’arrivo nella città straniera fino alla ripartenza con il minore. Adeguiamo gli ingressi delle nostre famiglie nel paese straniero, ogni qual volta ci sia un aggiornamento da parte delle Autorità del paese d’arrivo. Malgrado la pandemia e le conseguenti difficoltà per gli spostamenti da e per l’Italia, da marzo 2020 ad oggi con Asa Onlus sono stati adottati 18 bambini, di cui 4 nella nostra Regione”.