COMISO – Il rilancio dell’aeroporto di Comiso che si era auspicato nel 2023 non è arrivato. Anzi. Con l’abbandono di Ryanair, in realtà, sembra che lo scalo abbia perso ‘qualche’ passeggero e continua a vivere nell’ombra del colosso etneo. Le due infrastrutture potrebbero coesistere in maniera funzionale ma in realtà, come già osservato in questi anni, non c’è mai stato un vero e proprio interesse nel garantire il massimo impegno verso l’aeroporto di Comiso.
Finora non sono serviti a nulla, manifestazioni, proteste e sit-in. Ci riprova al tal proposito il movimento Punto a Capo che, dopo il sit-in di protesta dello scorso settembre, torna a intervenire sulla gestione dello scalo e lo fa in prima persona anche il sindaco di Acate, Gianfranco Fidone.
“Non siamo figli di un dio minore – ha sottolineato il primo cittadino che chiama a raccolta i colleghi sindaci dei Comuni iblei – e non possiamo continuare ad attendere un cambiamento che non arriva. Comiso non è ruota di scorta di Catania e ha potenzialità enormi. Il caso di Trapani è eloquente: c’è uno scalo che riesce ad essere nodale per lo sviluppo di un’intera area e il Ragusano non può essere da meno e non può accettare disparità di trattamento da nessuna istituzione”.
“È il momento che la Sac risponda chiaramente e pubblicamente del suo operato su Comiso e che si assuma le responsabilità delle tante debacle collezionate: dalla gestione dell’emergenza incendio sino alla fuga di Ryanair e all’arrivo di Aeroitalia che non ha, evidentemente, rilanciato l’aeroporto”.
Sono passati 11 anni dall’inaugurazione e ogni anno era quello giusto per la ripresa, per l’aumento dei passeggeri. Gli esponenti del direttivo del Movimento Antonio Prelati, Biagio Cirica, Toti Miccoli e Anthony Incorvaia si chiedono invece quale sia la strategia della Sac visto che continuano ad essere tagliati voli su voli. “Di Comiso non si parla più – ha sottolineato il direttivo del movimento con i consiglieri comunali di Vittoria Agata Iaquez e Marco Greco – e dopo l’emergenza estiva etnea e il sit in di protesta tutto è ritornato in un silenzio che assordante è dir poco”.
“In questo silenzio c’è uno scalo aeroportuale che si affida per la maggior parte a una compagnia aerea che cambia, spesso e volentieri, orari e giorni di voli già acquistati dagli utenti creando non pochi disagi e che di recente ha tagliato sino alla fine di marzo importanti collegamenti come quelli verso Pisa e Bologna.
“Una provincia come quella di Ragusa, da sempre penalizzata sul fronte infrastrutturale, non produrrebbe ancora di più con un aeroporto funzionale per il turismo, per il commercio, per la mobilità? Evidentemente alla fallimentare gestione Sac ciò non interessa perché è evidente come si privilegino gli interessi di Catania a scapito di quelli di Comiso. Non è un caso che abbiano fatto andar via senza colpo ferire Ryanair dal territorio ibleo, mentre a Catania il vettore low cost continua tranquillamente ad operare”, concludono.