TRAPANI – L’onorevole Dario Safina vuole le carte. Quelle della società di gestione dell’aeroporto di Birgi. In particolare ha chiesto “la documentazione inerente l’espletamento delle gare d’appalto per l’affidamento di lavori, forniture e servizi”. E anche: “la descrizione delle varie tipologie di gara svolte, le modalità di svolgimento delle procedure eseguite e le metodologie di affidamento adottate”.
La richiesta non si ferma qui. Il parlamentare regionale del Pd vuole inoltre leggere “gli importi complessivi di aggiudicazione” e intende conoscere “i relativi soggetti aggiudicatari, a partire dal 2021 siano all’anno corrente”. Carte che considera “notizie necessarie e fondamentali per capire come viene gestita questa società pubblico-privata che, ogni anno, viene ricapitalizzata dalla Regione e dunque con fondi pubblici”. Documenti chiesti lo scorso 20 giugno.
Il presidente dell’Airgest Salvatore Ombra ha risposto – lo sottolinea lo stesso deputato – chiedendo di circoscrivere gli ambiti documentali e soprattutto di avere un po’ di pazienza, visto che ci si trova in piena summer 2024. Da qui la replica dell’esponente dem che ha deciso di dare più tempo alla società – fino al prossimo mese di settembre – per recuperare carte, dati e documenti. Le carte che ci sono dicono già un po’ di cose. Che il bilancio di esercizio 2023 è stato chiuso – dato storico – in attivo, con un utile di 505.306 euro. Si tratta di una netta inversione di tendenza rispetto al passato che registrava strumenti finanziari in rosso per milioni di euro. Dicono pure che l’aeroporto ha superato l’obiettivo di un milione di passeggeri. In tutto, 1.332.860, con un aumento del 49,48% rispetto al 2022. Nel dettaglio: +45,03% di passeggeri nazionali e +58,50% d’internazionali. È salito anche il traffico merci: +19,60%. Quota un milione che era nel programma della società e che il presidente Ombra aveva indicato come possibile. Dato che ha consentito di smontare la “polemica catanese” sul nascere.
Il superamento di quota un milione era stato infatti legato all’intervento d’emergenza e di supporto di Birgi, dopo l’incendio che aveva messo fuorigioco lo scalo di Fontanarossa per 25 giorni. Il soccorso di Birgi ha fatto transitare dal “Vincenzo Florio” circa 120 mila passeggeri nell’estate 2023. Di conseguenza – la matematica non è un’opinione – lo scalo avrebbe raggiunto il suo obiettivo anche senza l’emergenza catanese. Aeroporto, quello trapanese, che ha una proprietà ben definita. La Regione sfiora il 100% delle azioni ed è il motore delle scelte strategiche. La sintonia con la governance non ha finora lasciato dubbi. A capo dell’Airgest c’è un imprenditore che ha dimostrato di avere un rapporto consolidato con la Ryanair.
La compagnia continua ad essere un punto di riferimento per le prospettive di sviluppo dell’aeroporto. Nella relazione al bilancio di esercizio 2023 si fa un riferimento diretto alle dinamiche di crescita dello scalo: “Agli importanti risultati registrati attraverso l’utilizzo degli strumenti di incentivo al traffico ex legge regionale 14/2019 si sono affiancate le ulteriori misure di sostegno all’operatività messe in campo attraverso la legge regionale 09/21, la legge regionale 16/22 ed in ultimo, nel mese di febbraio, la legge regionale 2/2023, con le quali vengono stanziate risorse che garantiranno per i prossimi anni continuità operativa con costante ma non traumatica crescita dei volumi di passeggeri e dei movimenti aeromobili serviti dalla società. Gli accordi sottoscritti e rinnovati nel 2023 con uno tra i più importanti player del settore, ed una costante attività di aviation marketing, hanno così condotto lo scalo al superamento di 1,3 milioni di passeggeri, in linea con il piano industriale e di risanamento, approvato dalla compagine azionaria”.
Come dire, senza una strategia pubblica e senza risorse altrettanto pubbliche non si va da nessuna parte. L’una e le altra consentono a Birgi di volare. Tutto il resto rimane nel solco della convegnistica. Anche le ipotesi di fusione con Palermo, Pantelleria e Lampedusa vanno studiate partendo da questo presupposto, messo nero su bianco nella relazione, che segna il bilancio del rilancio dello scalo trapanese. Rimane invece aperto – ma non da ora – il confronto sul ruolo del territorio. Incassa il valore aggiunto determinato dall’aeroporto ma, con la sola parentesi, ormai lontana, del co-marketing dei Comuni, continua a rimanere a distanza di sicurezza da un investimento sullo scalo che ha sempre considerato ad alto rischio. Il bilancio 2023 fa però cadere diversi alibi. Anche se si parla ancora di aumento di capitale.
È la relazione a darne conto. I nuovi numeri del “Vincenzo Florio” chiamano la sua governance a consolidare il capitale dell’Airgest, così come previsto dalla legge. Sarà dunque necessaria un’assemblea straordinaria per riportare il capitale almeno alla sua nuova dotazione minima rispetto al volume di traffico. Questi sono i numeri di Ombra. Il post Ombra, se ci sarà, non potrà che partire da un loro esame approfondito. Il percorso è comunque obbligato: piano di risanamento e potenziamento dello scalo.