Agricoltura

Affrontare la crisi agricola utilizzando al meglio il vecchio Psr Sicilia

PALERMO – “Questo prolungamento è non contestabile. O così o si muore. Siamo in piena pandemia, l’economia mondiale è bloccata. Non ci sono più i tempi della concertazione e della programmazione. Le aziende da un giorno all’altro possono collassare, quindi abbiamo la necessità imperativa di fare arrivare immediatamente tutte le risorse che abbiamo a disposizione”.

Con queste parole il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino, commenta l’estensione del Psr Sicilia al prossimo biennio 2021-2022. Si tratta in totale di 660 milioni di euro (330 milioni all’anno) che andranno a rifinanziare tutte le misure previste dal 2014 dal programma di sviluppo rurale. Nessuno strumento nuovo, insomma, viene messo in campo per gli agricoltori siciliani.

“Continuiamo con le vecchie misure – spiega il presidente Pottino al Qds -. È chiaro che tutto quello che non ha funzionato, quello che ha posto criticità, le misure che erano minimali o che non hanno avuto risconto da parte degli agricoltori, sono un binario morto. Io avrei preferito avere i tempi per fare tesoro di tutti gli errori che sono stati fatti nella vecchia programmazione, concertare una nuova programmazione a livello nazionale, europeo e siciliano attivando un nuovo approccio per delle misure che portassero veramente sviluppo all’agricoltura, tagliare i rami secchi di tutto quello che non serviva. Purtroppo, a dicembre 2020 tutto questo è ‘fuffa’. Noi dobbiamo fare arrivare immediatamente risorse alle imprese”.

La parola d’ordine, quindi, è fare arrivare nel più breve tempo possibile risorse finanziare alle aziende, non importa di che tipo sono queste risorse. Tra le misure spendibili nel minor tempo possibile cui fa riferimento Ettore Pottino rientrano sicuramente i bandi per il biologico e per le indennità compensative.

I primi fondi di questa estensione del Psr cominciano già ad essere visibili agli agricoltori siciliani grazie allo scorrimento delle graduatorie dei bandi usciti e andati esitati negli scorsi anni. Altri fondi andranno a finanziare l’insediamento dei giovani in agricoltura (per questa misura sono previsti 50 milioni), la lotta al virus della tristezza degli agrumi (25 milioni), interventi sulla viabilità rurale (70 milioni) e misure di investimento aziendale (50 milioni). Tutte misure che non saranno certo risolutive ma che sicuramente daranno una boccata d’ossigeno al settore.

L’unico ostacolo che divide questi soldi dalle imprese agricole è la macchina burocratica siciliana, ormai famosa per la sua elefantiasi. “La vecchia burocrazia – spiega Pottino – deve essere superata perché siamo in piena emergenza e tutti ci dobbiamo assumere una responsabilità piena. Noi, come organizzazione di rappresentanza datoriale, il mondo della politica, il mondo della burocrazia, dobbiamo sbracciarci affinché non vada in malora l’intera economia nazionale”.

“La Pubblica amministrazione dovrà dimostrare di essere in grado di dare queste risposte in cui la velocità è la condizione primaria. Io ho fiducia perché obiettivamente oggi ci troviamo in un contesto organizzativo di una certa levatura. Abbiamo un direttore dell’assessorato che è attento a recepire tutti i suggerimenti. Abbiamo instaurato un luogo di incontro e di discussione, che è la governance agricoltura, in cui riusciamo tutti a dare il proprio contributo”.

“Riusciremo? È la scommessa in cui ci stiamo giocando tutto – conclude il presidente di Confagricoltura Sicilia – Ci dobbiamo riuscire. Noi da parte nostra diamo la massima fiducia all’Amministrazione e abbiamo sentore che c’è la volontà di andare avanti insieme e affrontare le situazioni di emergenza. Ai posteri l’ardua sentenza. Se riusciamo sarà un successo di tutti. Sennò sarà il fallimento di un sistema produttivo, quello dell’agricoltura”.