La mancanza di cibo è una delle piaghe che ancora oggi l’umanità non è riuscita debellare e riguarda anche territori e città a noi molto vicini. Il sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino, ha raccolto il grido d’allarme istituendo un servizio per tutte le famiglie povere del paese. “Nessuno dovrà patire la fame, in particolare i bambini”, dice il sindaco Castellino.
L’Agenda 2030 rappresenta il nuovo quadro di riferimento globale per l’impegno nazionale e internazionale teso a trovare soluzioni comuni alle grandi sfide del pianeta, quali l’estrema povertà, i cambiamenti climatici, il degrado dell’ambiente e le crisi sanitarie. Per quanto riguarda il secondo obiettivo – ossia azzerare la fame, realizzare la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile – ognuno di noi ha diritto ad avere cibo sufficiente per tutto l’anno: un concetto elementare ma ancora trascurato.
Tuttavia questo traguardo può essere raggiunto, ad esempio, con sistemi di coltivazione e produzione di cibo sostenibili e mantenendo intatto l’ecosistema e la diversità di semi e di piante da coltivare.
Il progresso mondiale sta rallentando e in alcune regioni la fame rimane a livelli ostinatamente alti. I dati mostrano che la lotta contro la penuria di cibo sta vivendo attualmente una battuta d’arresto e lasciano intravedere ulteriori problemi all’orizzonte.
Anche se i punteggi di GHI mostrano un declino della fame globale rispetto al 2000, i progressi stanno rallentando. Se tra il 2006 e il 2012 il punteggio mondiale di GHI è sceso di 4,7 punti, passando da 25,1 a 20,4, dal 2012 è diminuito di soli 2,5 punti. Sia in Africa a sud del Sahara che in Asia meridionale, la fame è grave. L’Africa a sud del Sahara ha i tassi di denutrizione, arresto della crescita infantile e mortalità infantile più alti al mondo. Nelle regioni Europa e Asia centrale, America Latina e Caraibi, Asia orientale e Sud-est asiatico, Asia occidentale e Africa settentrionale, la fame è a livello basso o moderato.
La fame rimane grave, allarmante o estremamente allarmante in quasi 50 Paesi. Secondo l’Indice Globale della Fame 2021, in un Paese, la Somalia, la fame è a livello estremamente allarmante. In 5 Paesi è allarmante: Ciad, Madagascar, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo e Yemen. è, invece, provvisoriamente classificata allarmante in altri quattro, ossia Burundi, Comore, Siria e Sud Sudan.
La fame è stata identificata come grave in 31 Paesi e provvisoriamente classificata come tale in altri sei. Rispetto al 2012, la fame è aumentata in 10 Paesi con livelli di fame moderati, gravi o allarmanti, il che indica in alcuni casi una stagnazione del progresso e in altri un peggioramento di una situazione già precaria. Quattordici Paesi hanno ottenuto miglioramenti significativi, riducendo almeno del 25% i loro punteggi di GHI tra il 2012 e il 2021. Tuttavia lo stato nutrizionale infantile può variare ampiamente anche all’interno dei confini di un singolo Paese e queste variazioni possono essere oscurate dalle medie nazionali.
I conflitti violenti provocano la fame: i legami bidirezionali sono ben noti. Infatti, un incremento dell’insicurezza alimentare può favorire i conflitti violenti. Se non si risolve il problema dell’insicurezza alimentare, sarà difficile costruire una pace duratura e senza pace ci sono scarsissime probabilità di mettere fine alla fame nel mondo.
Beatrice Ribisi
Ylenia Amato
Placida Amato
Giorgia Inguanta
Iris Zarbo
Liceo scientifico G.B. Odierna – classe 2C