PALERMO – Nel 2019 le compravendite di abitazioni avvenute in Sicilia hanno condotto ad una movimentazione pari a 3,8 miliardi di euro, appena l’1,6% in più rispetto a quanto rilevato nel corso dell’anno precedente (corrispondente ad appena il 4% del fatturato nazionale). Questi sono alcuni dei dati contenuti all’interno del “Rapporto immobiliare 2020 – Il settore residenziale”, diffuso dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate.
Complessivamente, in Italia il fatturato delle compravendite ha raggiunto un valore pari a 97,5 miliardi di euro (+3,5% rispetto all’anno precedente). Circa un quarto del totale è stato speso per gli immobili ubicati nella sola regione Lombardia, con una quota che sfiora i 24 miliardi di euro, pari al 24,6% dell’ammontare complessivo nazionale (in aumento del 6,4% rispetto al 2018).
Rispetto al 2018, la regione con il tasso di crescita più elevato in termini percentuali è stata la Valle d’Aosta (+14,7%). Dall’altra parte Lazio (+0,3%) e Toscana (+0,4%) con incrementi di fatturato minimi, quasi impercettibili. In generale, però, è opportuno rilevare come tutte le regioni dello Stivale chiudano il bilancio annuale con rialzi.
In Sicilia il fatturato medio per unità immobiliare venduta è tra i più bassi in Italia: infatti, si tratta del quarto valore più contenuto, pari a 99.700 euro, 600 euro inferiore rispetto a quanto rilevato nel corso dell’anno precedente. Calabria (80.300), Basilicata (94,100) e Molise (91.800) sono le regioni in cui il valore medio degli immobili venduti è più contenuto. Il valore medio nazionale è pari a 161.600 euro. Nel Lazio, in Toscana e in Liguria si osservano i valori più elevati in Italia, superiori ai 200 mila euro (dunque, più del doppio rispetto al valore medio osservato nell’Isola).
L’ammontare di capitale erogato sotto forma di mutui ipotecari nel 2019 ha subìto una crescita quasi in tutte le regioni: le uniche eccezioni sono rappresentate dall’Isola (-0,3%, complessivamente pari a 1,4 miliardi di euro), Lazio (-1,2%), Calabria (-1,5%), Campania (-1,7%), Piemonte (-3,1%) e Liguria (-4,6%). A livello nazionale l’incremento medio di capitale erogato ammonta al +2,2%. I rialzi più sostenuti si osservano in Valle d’Aosta (+16,2%) e Friuli Venezia Giulia (+11,9%). A seguire troviamo Basilicata (+10%) e Sardegna (+9%).
Il valore del capitale unitario erogato in ciascuna regione riflette le differenze emerse nella lettura dei dati relativi al fatturato unitario. Infatti, in Sicilia è pari a quasi 106 mila euro, duecento euro in meno rispetto al 2018. A livello nazionale il capitale unitario erogato ammonta mediamente a 127.400 euro. In generale, il capitale erogato è massimo nel Lazio (152 mila euro), mentre scende a 91.000 euro in Calabria.
Il tasso di interesse risulta più basso del valore medio nazionale in tutte le regioni settentrionali. Un tasso inferiore al 2,12% si osserva anche in Toscana (2,06%), mentre i valori più alti si registrano in tutte le altre regioni, con il massimo osservato in Calabria, Campania e Lazio (2,31% in tutti e tre i casi). In Sicilia il tasso si presenta lievemente superiore al valore medio nazionale (ovvero, pari al 2,22%).
Infine, il valore medio della rata mensile in Sicilia ammonta a 500 euro ed è il sesto valore più contenuto in Italia: infatti, valori inferiori si osservano in Molise (456 euro), Umbria (461 euro), Calabria (465 euro), Abruzzo (481 euro) e Puglia (496 euro). A causa degli elevati livelli di prezzo delle abitazioni, il Lazio invece mostra il valore massimo, pari a 679 euro mensili.