L’ultima riforma della politica agricola comune (Pac) “è vistosamente inadeguata rispetto alle esigenze che si sono manifestate a seguito della pandemia e dell’aggressione russa all’Ucraina. Tuttavia, in una fase in cui la sicurezza e l’indipendenza alimentare, sono tornate in primo piano, il ‘disinteresse’ degli agricoltori nei confronti della Pac è motivo di preoccupazione. Ecco perché risulta indispensabile incrementare i fondi assegnati al bilancio agricolo dell’Unione”. E’ quanto sottolinea Confagricoltura nella nota settimanale pubblicata oggi a proposito del negoziato per la revisione di medio periodo del bilancio pluriennale della Ue fino al 2027, sul quale si punta a raggiungere l’intesa entro la fine del 2023.
Nella proposta presentata a giugno dalla Commissione sono stati chiesti finanziamenti aggiuntivi agli Stati membri per un ammontare di 66 miliardi di euro, ma il bilancio destinato all’agricoltura resterebbe invariato nonostante la perdita di valore reale degli aiuti diretti al reddito e degli incentivi agli investimenti causata dall’inflazione, sintetizza l’organizazione agricola nell’evidenziare tuttavia che “dalle prime indicazioni risulta un calo delle domande presentate dagli agricoltori negli Stati membri. In Francia, secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Agricoltura, circa il 10% dei produttori richiedenti gli aiuti di base al reddito ha rinunciato ai maggiori sostegni previsti dagli ‘ecoschemi’ varati per rafforzare la valenza ambientale dell’attività agricola”.
Secondo Confagricoltura infine, occorre anche aumentare la dotazione della riserva di crisi della Pac, da utilizzare come strumento di intervento rapido e diretto per ristorare i danni, ormai ricorrenti e diffusi, provocati dal cambiamento climatico.