Agricoltura

Agricoltura, l’ennesimo problema: fondi Psr a rischio in Sicilia, ecco cosa succede

Chiudere al meglio il Psr 2014-2022, il programma di sviluppo rurale, sfruttando al massimo i finanziamenti messi a disposizione. Questo l’obiettivo dell’Assessorato regionale dell’Agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranea, che ha ritenuto necessario adottare ulteriori disposizioni al fine di consentire la più efficace attuazione, conclusione e rendicontazione delle operazioni ammesse a finanziamento.

È noto, infatti, come la realizzazione del Psr 2014-2022 è ricaduta in un periodo di eccezionale e grave crisi, determinata prima dalla pandemia Covid 19 e poi dal conflitto russo-ucraino, le cui conseguenze sui costi energetici, dei materiali, della manodopera e sugli altri fattori della produzione hanno inciso significativamente sulla concreta realizzabilità dei progetti finanziati.

A tale contesto critico si è poi aggiunta la perdurante emergenza idrica che ha drasticamente ridotto produzioni e ricavi e, quindi, i capitali da reinvestire.

Agricoltura, fondi Psr 2014-2022 a rischio in Sicilia

Purtroppo, risulta molto concreta la possibilità che per un rilevante numero di progetti finanziati, i beneficiari non riescano materialmente a completare la realizzazione tutti gli interventi originariamente previsti entro il termine previsto per la chiusura e rendicontazione del Psr Sicilia 2014-2022, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di attivazione di procedure di recupero dei contributi erogati, di danno economico alle aziende agricole siciliane e di preclusione, per le stesse imprese, dalla possibilità di partecipare e beneficiare di finanziamenti a valere sulle misure del Psp 2023-2027.

Ad oggi, infatti, il Psr prevede che la certificazione della spesa realizzata, in base alla regolamentazione comunitaria, deve avvenire improrogabilmente entro il 31 dicembre 2025, e richiede con urgenza la presentazione di anticipi e saldi relativi alle misure strutturali, il cui avanzamento è decisivo per evitare il disimpegno automatico nel 2024 e la perdita di risorse nel 2025.

No alle rimodulazioni

Considerato che ci si trova nella fase finale del programma Psr 2014-2022, poi, non è possibile effettuare ulteriori rimodulazioni, in quanto la programmazione Psp 2023-2027 è nazionale e non regionale e a differenza del passato ha previsto importi esigui per il trascinamento delle misure. Ciò significa che non è possibile traghettare progetti in fase di esecuzione alle successive programmazioni, perché ciò finirebbe con l’impedire l’avvio dei nuovi bandi e delle nuove iniziative, cristallizzando le opportunità di sviluppo a causa dei ritardi.

Per cercare di limitare tali effetti negativi, l’Assessorato ha disposto che, per i progetti con difficoltà di completamento degli interventi entro la data fissata per il termine dei lavori, è concessa la possibilità di operare un ridimensionamento al ribasso dell’importo finanziato, rinunciando parzialmente o totalmente agli interventi originariamente previsti, anche nel caso in cui tali riduzioni comportino un abbassamento del punteggio sotto la soglia di punteggio minimo per la finanziabilità della domanda di sostegno.

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I paletti

Alcuni punti rimangono comunque imprescindibili: va mantenuto il rispetto del punteggio minimo per l’ammissibilità previsto da ciascun bando; la spesa minima del progetto non deve risultare inferiore al 30% del contributo concesso e devono essere rispettati gli altri impegni e requisiti minimi previsti da ciascun bando. Le imprese che vogliano rimodulare i progetti, in fase di presentazione della domanda di saldo finale, dovranno produrre ai competenti ispettorati provinciali, una relazione tecnica giustificativa dell’effettiva impossibilità di riuscire a completare integralmente il progetto originario, del mantenimento dei requisiti minimi previsti nonché del rispetto del requisito di funzionalità.