Politica

Agricoltura, indispensabile la regolarizzazione degli stranieri

Inserire la regolarizzazione dei lavoratori stranieri irregolari nel “Decreto maggio” che in settimana potrebbe essere approvato dal Consiglio dei ministri.

La titolare delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, spiega al Governo che, secondo quanto sottolineano i produttori agricoli, “non è più possibile tergiversare”.

La Cia-Agricoltori italiani, pressa: “se non si agisce in fretta”, la regolarizzazione “rischia di avere effetto fra troppi mesi, quando la stagione della raccolta sarà terminata e i prodotti saranno abbandonati nei campi per mancanza di forza lavoro, con la conseguenza per le famiglie di trovare scaffali vuoti nei supermercati”.

L’organizzazione dei produttori sottolinea anche che regolarizzare migranti e irregolari per farli lavorare nei campi, porterebbe nelle casse dello Stato entrate per un miliardo e duecento milioni di euro.

Al dossier sta lavorando anche la ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, d’accordo sulla necessità di un intervento, anche se non nelle dimensioni numeriche auspicate da Bellanova.

Favorevole il Pd, contrario, come sempre, Matteo Salvini, ondivago il Movimento 5 stelle.

Nessuna presa di posizione ufficiale, finora, dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, direttamente interessata dalla misura.

Oggi, insieme al ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, Bellanova, Lamorgese e Catalfo si vedranno per cercare un accordo sul testo da portare in Cdm.

La ministro dell’Agricoltura Bellanova ha parlato di seicentomila “invisibili” senza i quali il comparto non va avanti e dei quali è giusto che lo Stato si faccia carico, evitando tra l’altro così fenomeni come il caporalato gestito dalle agromafie.

“Quello che ho posto ai colleghi della maggioranza – ha spiegato – è chiarissimo: assumere la responsabilità di regolarizzare persone che sono nel nostro Paese e ci lavorano magari da anni. Se non accade, lo Stato si rende non solo complice ma fautore dell’illegalità in cui questi lavoratori sono costretti”.

A queste persone, ha aggiunto, “che non lavorano solo in campagna ma anche in edilizia o nelle famiglie, va dato un permesso di soggiorno. Lasciare immutato questo stato di cose significa alimentare l’illegalità, la concorrenza sleale e il caporalato”.

Teresa Bellanova e Luciana Lamorgese si sono confrontate nelle ultime settimane sulla definizione di un provvedimento che prevede il rilascio di un permesso di soggiorno stagionale rinnovabile a fronte di un contratto di lavoro.

Il Viminale stima però una cifra di circa un terzo, ma la ministro dell’Interno conferma l’urgenza di assicurare la raccolta nei campi e, nello stesso tempo, dare respiro a situazioni pericolose come i ghetti creati in Puglia e Calabria, popolati di “fantasmi” e con condizioni sanitarie difficilmente controllabili in piena emergenza coronavirus.

La regolarizzazione, inoltre, per Lamorgese, includerebbe anche i lavoratori italiani in nero.

Sia Bellanova che Provenzano sono per inserire colf e badanti nella sanatoria, cosa che allargherebbe non di poco la platea degli interessati.